"LAVORATORE IN CONSIGLIO REGIONALE CON SEDIA ROTELLE E FLEBO".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 dic. - "Una casa di cura che
chiude i battenti, la Regione Lazio che stanzia 60 milioni di
euro per salvaguardare i livelli occupazionali, quattro noti
imprenditori della sanita' privata che, in cambio della
ripartizione del budget della struttura chiusa, si impegnano a
ricollocare nelle loro cliniche tutti gli ex dipendenti della
casa di cura chiusa. Ma 'qualcosa' va storto: dieci lavoratori
non vengono assorbiti e perdono il posto di lavoro". A denunciare
l'accaduto e' stato ieri il sindacato Flaica-Cub, che ha annuncia
per oggi alle 10.30 una manifestazione in via della Pisana
davanti alla sede del Consiglio regionale. La protesta, poi,
arrivera' direttamente nella sala del Consiglio, dove uno dei
lavoratori licenziati entrera' in sedia a rotelle e con una flebo
simbolo del sussidio di disoccupazione che sta per finire.
"La delibera 1060 del dicembre 2007- spiega in una nota
Giancarlo Desiderati, segretario provinciale della Flaica-Cub-
prevedeva, in seguito alla chiusura della casa di cura "Life
Hospital" di Roma, la ricollocazione di 112 lavoratori, in cambio
della ripartizione del budget della struttura chiusa, nelle
cliniche del territorio gestite da quattro noti imprenditori
della sanita' nazionale. La delibera- sottolinea- e' stata
respinta dal ministero della Salute, ma la Regione Lazio l'ha
applicata ugualmente, stanziando 60 milioni di euro per
salvaguardare i livelli occupazionali. Ciononostante, dieci
dipendenti della clinica Neurological Centre of Latium di Roma
sono rimasti disoccupati".
"Chiediamo, quindi, alla Regione- conclude Desiderati- di
intervenire, perche' i lavoratori non possono essere trattati
come vittime sacrificali nei passaggi di proprieta' delle varie
strutture sanitarie".
(Wel/ Dire)