(DIRE - Notiziario Sanita') Perugia, 22 dic. - Approvata la
riforma dei servizi sociali in Umbria. La legge fornira' le
"coordinate" programmatiche ed economiche del nuovo Piano sociale
regionale, la cui approvazione e' prevista nel mese di gennaio
2010. Il welfare umbro dei prossimi anni sara' organizzato
territorialmente su dodici "zone sociali", corrispondenti agli
attuali distretti sanitari, ed affidati ai quattro Ambiti
territoriali integrati (Ati), mentre la supervisione dei servizi
restera' ai comuni che ne fanno parte.
"L'Umbria in passato ha anticipato processi nazionali di
riforma delle politiche sociali, per esempio con la legge 3 del
1997 ed il primo piano sociale regionale- ha dichiarato Damiano
Stufara, assessore alle Politiche sociali- Ora e' necessario
valorizzare i punti di forza di questo percorso, che sono, tra
l'altro, la collaborazione tra i comuni ed il rilevante ruolo del
terzo settore. Il sistema precedente non poteva essere
riproposto, perche' non corrispondeva alla programmazione
associata e quindi piu' efficiente. Inoltre, nella piccola Umbria
c'e' un alto tasso di disuguaglianza a livello dei diversi
territori, insieme ad un non adeguato livello di integrazione tra
politiche diverse".
"La scelta dell'Umbria - ha sottolineato Stufara - e' per un
welfare comunitario ed universalistico, valorizzando la rete dei
soggetti interessati e con al centro la persona e la famiglia".
Uno dei punti di forza del nuovo sistema, infatti, e' la
domiciliarita' degli interventi. Ma, il disegno di legge contiene
novita' anche nella gestione dei servizi, (con
l'accreditamento anche di soggetti non pubblici), nella
valorizzazione della qualita' delle strutture che offrono
prestazioni socio-sanitarie, a partire dalle cooperative sociali
di tipo B. Sotto il profilo finanziario - ha concluso Stufara -
si e' consolidato un trend preciso a livello nazionale, criticato
da tutte le regioni: il governo ha demolito il fondo nazionale
per il sociale, facendo ridurre del 70% in tre anni le risorse
statali per l'Umbria. La nostra regione, dunque, ha scelto di
contare molto di piu' sulle proprie forze, destinando al fondo
sociale 10 milioni e 600 mila euro".
La legge anticipa le linee programmatiche del nuovo Piano
sociale regionale che introdurra' per la prima volta i "Liveas"
regionali, i livelli essenziali di assistenza sociale.
Che, tradotto in servizi, significhera' assicurare in modo
omogeneo su tutto il territorio misure di contrasto della
poverta' e di sostegno al reddito, misure economiche per favorire
la vita autonoma di persone non autosufficienti, interventi a
favore di minori e di disabili giovani e adulti che vivono in
situazioni di disagio economico e sociale. Inoltre, grazie al
nuovo modello di "governance" inaugurato dalla riforma appena
approvata, in ciascun ambito territoriale saranno erogati servizi
ad hoc, come gli uffici di cittadinanza per il cosiddetto
"welfare leggero", pronto intervento sociale per il welfare di
emergenza, assistenza domiciliare per il supporto alle famiglie,
servizi residenziali e semiresidenziali per disabili gravi,
comunita' di accoglienza per minori. Il Piano prevede, inoltre,
interventi mirati per le famiglie a rischio poverta', per gli
adolescenti, i giovani, gli immigrati, le dipendenze.
(Wel/ Dire)