Sono ad oggi circa 1.200 gli anziani e i disabili di Napoli assistiti a domicilio, grazie all'Assistenza domiciliare integrata (Adi), ma a richiedere il servizio ogni anno nel capoluogo campano e' almeno il doppio delle persone. Per fare il punto della situazione su risultati e prospettive del servizio in Campania, comune, Asl e terzo settore si sono confrontati ieri a Napoli nel corso di un convegno dal titolo "Il sistema integrato di cure domiciliari". "A casa e' meglio" e' lo slogan proposto dall'assessore alle Politiche sociali del comune di Napoli Giulio Riccio che ha spiegato: "L'assistenza domiciliare integrata consente a tantissimi anziani e disabili di essere curati nel proprio contesto di vita, evitando cosi' uno sradicamento inutile o ricoveri ospedalieri impropri, e sostenendo al contempo le loro famiglie". Gli ha fatto eco il sindaco di Napoli Rosa Iervolino Russo che ha sottolineato: "Con l'assistenza a domicilio si realizza il concetto di salute piu' autentico, quello proposto anche dall'Oms, cioe' non solo di guarigione dalla malattia ma anche di migliore qualita' di vita". Il sindaco Iervolino ha anche precisato che "nonostante i tempi duri e le ristrettezze economiche in cui versa in questo momento, il comune non ha mai distolto lo sguardo dalle persone, che sono e devono restare al centro delle politiche sociali e di tutte le altre politiche istituzionali cittadine". Nella direzione di dare una risposta sempre piu' efficace alle esigenze delle persone fragili e non autosufficienti, e' importante il ruolo di raccordo tra comune ed asl e tra aspetti sociali e sanitari della cura. "Anche se e' un processo lento e complesso - ha dichiarato Mario Petrella, direttore del Dipartimento Socio-Sanitario dell'Asl Napoli 1 Centro - quello dell'integrazione socio-sanitaria e' un traguardo irrinunciabile per il miglioramento del sistema integrato di cure domiciliari". Nella progettazione e realizzazione di questo sistema - hanno riconosciuto i rappresentanti di comune ed Asl - un ruolo decisivo e' giocato dal terzo settore. Su questo punto e' intervenuto Sergio D'Angelo, presidente del gruppo di imprese sociali Gesco, che gestisce il servizio di Adi su tutto il territorio cittadino (in associazione con il consorzio Prodos). "Il terzo settore - ha spiegato D'Angelo - in questi anni ha svolto un ruolo determinante, in alcuni casi, supplente alla funzione pubblica. Basti pensare che la complessa architettura in cui si sviluppa il servizio si regge in fondo sul lavoro di piu' di 200 persone che provengono dal mondo della cooperazione sociale". "E' arrivato il tempo- ha concluso il presidente di Gesco- di smettere di considerare il terzo settore come mero esecutore, articolazione periferica o tappabuchi e di vederlo, invece, come un vero e proprio partner del soggetto pubblico, un attore centrale e indispensabile del welfare locale". Tra gli obiettivi dell'incontro di oggi anche quello di mettere a confronto i diversi modelli di assistenza domiciliare, di partnership e di integrazione socio-sanitaria presenti in altre regioni italiane, oltre alla Campania. Qui, stando ai dati Istat relativi all'anno 2006, poco piu' del 25% dei comuni garantisce il servizio di assistenza domiciliare integrata alle persone anziane contro una copertura media degli altri comuni italiani di quasi il 40%; per quanto riguarda i disabili, la copertura del servizio scende all'11,6% (a dispetto di una media nazionale del 19,3%). Proprio su questo, nel corso della tavola rotonda prevista per oggi pomeriggio, si confronteranno vari referenti regionali, tra cui: Dario Colombo, presidente della cooperativa sociale Il Melograno; Cristina Gallione, direttore dell'Azienda Sociale Sud-Est Milano; Luce Gatteschi, direttore dei Servizi Sociali dell'Usl 12 Versilia; Eleonora Vanni, di Legacoop Toscana; Giandomenico Pinto, dell'Usl di Teramo. (Wel/ Dire)