(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 15 dic. - Da oggi, le persone detenute nel carcere della Dozza potranno sottoporsi agli esami radiologici restando all'interno dell'istituto penitenziario e senza bisogno di spostarsi in strutture esterne.
In tempo reale, poi, grazie al processo di informatizzazione ormai terminato tra l'azienda sanitaria e l'istituto di pena, un medico ospedaliero o di altra struttura ricevera' le immagini della radiografia sul suo monitor e potra' scrivere il referto.
Lo ha annunciato ieri a Palazzo d'Accursio Elda Caldari, responsabile dell'Ausl di Bologna per la Medicina penitenziaria, ospite della commissione congiunta sul tema del carcere. Si tratta di una novita' che portera' forse un po' di sollievo agli agenti della Polizia penitenziaria, oberati di lavoro e in difficolta' di fronte alle tante incombenze di spostamenti dei detenuti da una parte all'altra di Bologna anche per sottoporsi a visite mediche.
L'innovazione fa parte del passaggio di competenza, in materia di sanita', dall'amministrazione penitenziaria all'Ausl di Bologna, "completato all'80%" ha spiegato Caldari. "Proprio domani mattina (cioe' oggi, ndr)- ha annunciato la dirigente sanitaria- ci sara' l'installazione di un'apparecchiatura grazie alla quale tutta la parte di accertamenti radiologici potranno essere eseguiti all'interno del carcere". Si tratta, prosegue Caldari, di una "fetta veramente significativa". Ma la novita' piu' grande, prosegue, e' il fatto che da oggi sara' possibile "leggere gli esiti degli esami in tempo reale, dall'ospedale e dai vari ambulatori, e poter refertare, in tempo reale". Una rivoluzione che, prosegue Caldari, non solo fara' si' che "l'impegno della Polizia penitenziaria per accompagnare fuori i detenuti venga ridotto in misura significativa", ma permettera' anche di avere "in tempo reale diagnosi, anche rispetto a persone che possono essere portatrici di malattie infettive".
La radiologia della Dozza non e' l'unica novita' in materia sanitaria. Caldari spiega infatti che l'Ausl sta ipotizzando di realizzare una sorta di stanza da isolamento all'interno della Dozza. Ora, infatti, i detenuti ammalati di patologie infettive, vengono ricoverati al reparto di Medicina d'urgenza del Policlinico Sant'Orsola, spiega Caldari, con la necessita' di "piantonamenti a lungo termine che vedono impiegati dagli 8 ai 16 ai 24 agenti di polizia al giorno". Per rimediare a questa situazione, si sta ipotizzando (e proprio oggi ci sara' un sopralluogo) di "realizzare due celle con una logistica tale da garantire l'isolamento respiratorio, affinche' i detenuti affetti eventualmente da tubercolosi possano utilizzare la struttura interna". Si tratta di una possibilita', conclude Caldari, "molto importante nell'ottica di economia di risorse umane".
(Wel/ Dire)