(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 15 dic. - "E' paradossale cercare di quantificare la sofferenza. Il dolore non e' risarcibile. Ma tentare di valutare il danno subito da una persona nella sua interezza psico-biologica significa riconoscere il valore e la dignita' dell'essere umano. E' questo il principio da cui siamo partiti per l'elaborazione delle linee guida". A parlare e' Paolo Capri, il coordinatore del gruppo di studio formato da psicologi e giuristi che ha elaborato tabelle e linee guida per un equo risarcimento del danno esistenziale subito dalle vittime di reato. Il progetto, ideato dall'Ordine degli psicologi del Lazio e presentato alla Camera dei Deputati il 10 dicembre scorso, incontra il favore anche dei giuristi.
"In passato ci si limitava alla valutazione del danno psichico e biologico, valutazione affidata ai medici legali- evidenzia infatti l'avvocato Gianmarco Cesari, presidente dell'Osservatorio vittime e avvocato della Associazione italiana familiari e vittime della strada- ma il concetto di danno biologico o danno psichico non esauriva la questione della perdita di salute e di dignita' delle vittime di reato. Lo psicologo esperto in psicologia giuridica e' il professionista piu' idoneo nella valutazione del danno psichico e del pregiudizio esistenziale, avendo fra le sue competenze la possibilita' di effettuare diagnosi con strumenti di indagine, quali il colloquio clinico e i test appropriati. Per questo- conclude Cesari- deve imporsi nelle aule dei tribunali e nel settore assicurativo la figura dello psicologo come consulente tecnico in quanto e' l'unico in grado di valutare l'effettiva entita' del danno psichico ed esistenziale subito da una persona".
(Wel/ Dire)