SALUTE. CARDIOLOGI: NÉ DIETE NÉ CALCETTO, IL CUORE VA CURATO
"INFARTO, CAUSA ANCHE NEI GENI 'CATTIVI'". CONGRESSO SIC.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 15 dic. - L'allarme dei cardiologi giunge a sorpresa: gli italiani non amano il proprio cuore. E cosi' continuano ad ammalarsi. "Una situazione preoccupante e in crescita, lo vediamo ogni giorno in corsia, specie nel reparto donne. Vanno in palestra e fanno ogni tanto una dieta che dura lo spazio di un mattino. L'unica preoccupazione e' la linea, non certo il cuore. Fumo, colesterolo, ipertensione, diabete sono un problema, pensano, degli anziani. Gli uomini non sono da meno: calcetto, magari senza allenarsi, jogging nel parco. Tutto qui. I giovani poi che, per definizione, non fanno prevenzione. Anzi sembrano mettere impegno per condurre stili di vita 'azzardati'". Parla Paolo Marino, presidente della Societa' italiana di cardiologia, alla conferenza stampa del 70^ congresso della Sic a Roma. "Speravamo, almeno, nei capelli bianchi- aggiunge Marino- ma da un po' di tempo la ricerca della giovinezza perduta ha ridotto, se non cancellato, l'attenzione ai fattori di rischio. Ci si preoccupa solo, e allora diventa angoscia e panico, quando il cuore perde qualche colpo. I messaggi di prevenzione non stanno funzionando.
Forse vanno mirati per sesso e fasce di eta'. Per questo la Campagna 'Battiti per il tuo cuore' e' stata indirizzata proprio ai ragazzi. E ci ha dato grandi soddisfazioni".
Quando l'Istat ha chiesto agli italiani come stanno in salute, 3,6 su cento hanno dichiarato di soffrire di una malattia di cuore, piu' gli uomini (4,2 per cento) delle donne (3,2 per cento). Un guaio trasversale: 3,9 per cento al Nord, poco meno al Centro (3,5 per cento) e appena sotto al Sud (3,4 per cento). I lucani soffrono di cuore (5 per cento) quasi come gli abitanti del Friuli Venezia Giulia e della Valle d'Aosta e dell'Emilia-Romagna. E i siciliani (3 per cento) si ammalano come i piemontesi. Nella mortalita' c'e' differenza: al Sud i decessi sono minori (352 ogni centomila abitanti) che al Nord (377) e al Centro (403). Il triste primato alla Liguria, la minore incidenza in Sardegna. Infarto? Eppure era sano. Un grappolo di geni e un mito da sfatare in Cardiologia. "Una persona su due che arriva al pronto soccorso con un accidente cardiovascolare- dice Francesco Romeo, presidente Finsic- non presenta un grande fattore di rischio: colesterolo, fumo, diabete, ipertensione, obesita'.
Quale allora la causa? La risposta c'e'. Sono stati individuati diversi geni che recitano un importante ruolo nell'insorgenza di una malattia cardiovascolare. Riguardano, per citarne alcuni, il metabolismo del colesterolo, la captazione del colesterolo dal sangue alla parete delle coronarie, la risposta infiammatoria, il diabete e la pressione arteriosa. La via della genetica e' indirizzata in particolare all'identificazione di quel sottogruppo della popolazione nel quale, pur in assenza di gravi fattori di rischio, si e' scoperta, con un'analisi del Dna, un'alta 'suscettibilita' genetica' per la presenza di geni cosiddetti 'cattivi'. Questo esame del Dna -bastano un capello, un po' di saliva o di sangue- permette al consulente genetista e al medico di valutare il rischio che il paziente corre di andare incontro ad una malattia cardiovascolare. Su questi dati si disegna la terapia ottimale personalizzata con farmaci mirati (molto presto, un paio d'anni, si avranno a disposizione farmaci che possono essere dosati perfettamente, a misura di terapia). A questo punto si deve verificare il risultato del percorso terapeutico di prevenzione con la visualizzazione delle coronarie con la TAC o diretta con la coronarografia. La strada fin qui descritta e' particolarmente indicata alle persone che, senza avere fattori di rischio o minimi, hanno avuto in famiglia un decesso, il padre o la madre o un fratello, per un incidente cardiovascolare. Si tratta della cosiddetta familiarita'".
E infine un mito da sfatare. "C'e' un mito- aggiunge Romeo- diventato uno slogan e che si sta diffondendo in tutta Italia:
'L'obesita' e' l'unico killer del cuore'. Un messaggio fuorviante".
(Wel/ Dire)
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