(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 3 dic. - L'aria di casa puo' far male ai pazienti con bronco pneumopatia cronico ostruttiva (Bpco). Talvolta, infatti, puo' essere piu' inquinata di quella esterna: in alcuni appartamenti i livelli registrati di polveri sottili risultano 40 volte superiori rispetto alla soglia consentita all'aperto. Le cause? Cucinare, fumare, accendere il camino. Arieggiare bene le stanze e' d'obbligo per i pazienti con Bpco, una malattia polmonare cronica fortemente sottodiagnosticata e sottostimata, che in Italia colpisce piu' di 2.600.000 persone ed e' diretta responsabile di 18.000 decessi ogni anno. L'appello arriva dal 40^ Congresso nazionale dell'Associazione italiana pneumologi ospedalieri (Aipo), in corso a Milano fino al 5 dicembre. Per questi pazienti, annuncia Aipo in una nota, arrivera' nel 2010 Roflumilast, capostipite di una nuova classe di farmaci. La molecola a somministrazione orale, sembra essere efficace e in grado di migliorare la funzionalita' polmonare con un meccanismo d'azione rivoluzionario. "Un malato su due- spiega Antonio Corrado, presidente nazionale Aipo- non sa di esserlo e la patologia non viene diagnosticata nel 50-75% dei casi". Sensazione di 'fiato corto', difficolta' crescente a compiere sforzi anche minimi sono i campanelli d'allarme a cui fare attenzione. Troppi pazienti non consultano il medico dopo i primi sintomi e la diagnosi viene fatta tardi, quando il danno polmonare e' gia' esteso. Ma il fattore di rischio piu' importante rimane il fumo di sigaretta. "È necessario ricorrere a tutti gli strumenti a nostra disposizione per aumentare la cultura della prevenzione- sottolinea Leonardo Fabbri, docente di Medicina respiratoria all'Universita' di Modena e Reggio Emilia-, in particolare continuando la battaglia contro fumo di tabacco e inquinamento ambientale e domestico. Lo strumento principale di questa battaglia e' l'informazione avvalorata da conoscenze scientifiche. Fumare e' una malattia- avverte Fabbri- una tossicodipendenza di cui la medicina e la societa' devono occuparsi nell'interesse di un individuo che deve essere considerato alla stessa stregua di un paziente". Anche l'Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms) ha infatti classificato il tabagismo tra le patologie da dipendenza farmacologica, nella stessa lista in cui si trovano l'abuso di alcol e l'assunzione di eroina. (Wel/ Dire)