(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 1 dic. - Tre quarti dei pazienti oncologici e degli ex-malati in via di guarigione trattati con chemioterapia soffre d'insonnia o disturbi del sonno. Fastidi che spesso diventano cronici, rendendo difficile il pieno recupero del malato dopo le cure anticancro. Disturbi che, molto spesso, sono sottovalutati dai medici. A richiamare l'attenzione sul problema e' uno studio dell'Universita' di Rochester e pubblicato sull'ultimo numero del Journal of Clinical Oncology. Condotta su 823 pazienti con tumore, la ricerca ha evidenziato che il 37% degli intervistati (soprattutto i piu' giovani) ha problemi nel dormire circa tre volte piu' di quanto accade in media nella popolazione generale. Inoltre, ben il 43% dei malati soffre di sindrome da insonnia, per cui ha difficolta' sia nell'addormentarsi che nel restare assopito almeno tre giorni alla settimana. Il dolore e' una delle principali cause dell'insonnia nei pazienti oncologici, ma la difficolta' a dormire e' spesso legata anche a depressione e ansia, o a livelli elevati di "fatigue". S'instaura, insomma, un circolo vizioso che ha per effetto l'indebolimento del paziente a causa della mancanza di un adeguato riposo notturno. A guastare il sonno sono la sofferenza fisica, le preoccupazioni legate alla malattia e le conseguenze delle terapie, che insieme contribuiscono a quella sensazione di spossatezza che assale molti malati dopo le cure antitumorali e compromette seriamente la loro qualita' di vita. "I disturbi del sonno vengono spesso trascurati- ammette Rodolfo Passalacqua, coordinatore nazionale del progetto HuCare (per l'umanizzazione dell'assistenza ai pazienti con cancro in Italia) e responsabile dell'oncologia all'ospedale di Cremona- ad oggi, in effetti, non vengono neppure inclusi nei questionari per testare lo stato di salute psicologica dei malati. Mentre e' ormai noto che l'insonnia e' anche un possibile effetto collaterale della chemioterapia, soprattutto legato al cortisone somministrato insieme ai farmaci anticancro". Che fare, quindi? "Parlatene con oncologi e infermieri che vi seguono- e' il consiglio di Passalacqua ai pazienti- perche' esistono rimedi per questo come per altri disturbi. Ma i medici devono essere informati per poter proporre il rimedio migliore a seconda dei casi". Se necessario si puo' ricorrere agli appositi farmaci, ma spesso sono efficaci anche determinati esercizi di rilassamento fisico e mentale. Meglio evitare il "fai da te" e rivolgersi a personale specializzato che, per trovare la soluzione, deve capire se il problema e' emozionale (ansia, depressione, stress) o comportamentale (abitudini scorrette). In generale, e' importante mantenere un regolare ritmo sonno/veglia, anche se la malattia e la fatigue fanno sentire sempre assonnati. Va anche tenuto presente che meno tempo si trascorre a letto, migliore e' la qualita' del sonno. Ovviamente, poi, e' bene evitare le bevande a base di caffeina (caffe', te' forte e cioccolato) poche ore prima di coricarsi, mentre e' consigliabile fare un'attivita' fisica quotidiana che contribuisce a rendere il sonno piu' profondo e prolungato. (www.hcmagazine.it) (Wel/ Dire)