"Hanno angoscia per la paura della perdita dei genitori"
Roma, 31 mar. - La pandemia che attenta ai nostri tanti anziani; l'Italia, un paese senza piu' bambini; le scuole chiuse, deserte; i parchi sprangati. I bambini a casa con genitori in smart working, o magari in ferie obbligatorie, o presto in cassa integrazione. I bambini come 'possibili untori', i meglio difesi rispetto al Coronavirus, sembrano scomparsi: dalle cronache cosi' come dalle strade delle citta'. Come stanno vivendo questa esperienza? E cosa possiamo fare per aiutarli? E' la presidente della Societa' Psicoanalitica italiana (Spi) e psichiatra infantile, Anna Maria Nicolo', intervistata dalla Dire, a dare alcuni suggerimenti e consigli.
La situazione generale piombata sulla societa' non e' da sottovalutare: "Tra poco- ha sottolineato Nicolo'- ci sara' un boom psicologico, stiamo attivando per questo in 11 regioni italiane, corrispondenti ai centri di psicoanalisi, la presenza di psicoanalisti volontari che rispondono al telefono o via skype. Per informarsi si puo' anche cliccare sul sito www.spiweb.it, dove sono indicati i telefoni dei referenti che smistano le telefonate in tutta Italia. Siamo oltre 200 su 1000 iscritti ed e' la prima volta che la Societa' Psicoanalitica Italiana fa un'operazione cosi' vasta. Quanto ai bambini- ha spiegato- bisogna considerare la situazione claustrofobica e il bombardamento mediatico al quale sono sottoposti. Va distinta certamente l'eta' del bambino- ha chiarito la psichiatra- perche' con l'eta' cambia la capacita' di rapportarsi con l'angoscia, e molto dipende dal fatto che i genitori riescano a contenerla o meno".
Quali sono infatti le angosce grandi che possono gravare sui piccoli?. "Un bambino, anche di 4 o 5 anni- ha chiarito Nicolo'- puo' avere angoscia di morte per i propri genitori e quindi la paura di restare solo. I bambini si interrogano su cosa stia accadendo e l'incomprensibile per loro diventa minaccioso.
Bisogna spiegarlo e dire sempre la verita'".
Senza intimorirli ovviamente, ma ricorrendo "alla fantasia, ad una storia, alla musica, al gioco. Perche', come teorizzato dallo psicoanalista Winnicot, 'il gioco e' un progetto di trasformazione'. Si puo' giocare al coronavirus- ha detto la psichiatra- magari disegnandolo come un mostriciattolo, associando l'azione di lavarsi le mani, raccontando una storia".
"Ricordiamoci- ha ribadito la Presidente della Societa' Psicoanalistica italiana nel corso dell'intervista- che i bambini hanno angoscia di morte per la perdita del genitore, piu' raramente per loro stessi". Attraverso il gioco quindi "il bambino non si sente impotente, sottomesso dalla minaccia che puo' procurargli paura e trauma, e riesce a trasformare le cose".
E in queste giornate di clausura domestica, in cui la socialita' e' azzerata e puo' diventare ancor piu' insopportabile l'isolamento per i figli unici, "il web puo' diventare meraviglioso. Una videochiamata ad esempio agli amichetti, ai cugini, ai nonni".
Se una mamma non ha a chi lasciare un bambino, lo portera' con se' a fare la spesa con le precauzioni del caso: "Sara' un'avventura da fare insieme". E a casa, ha raccomandato Nicolo', a proposito del trend in voga di fare mille attivita' continue, come i social mostrano, "il bambino si deve anche abituare a stare solo. Fa parte del suo processo di crescita imparare a giocare per conto proprio. Ma questo e' un problema dello stile educativo degli ultimi 20 anni: l'eccesso di attivita' che ci ha fatto perdere la magia e il senso del tempo senza occupazione".
Questo tempo di 'quarantena' sociale, come ha suggerito la psichiatra, potrebbe diventare un po' "il campo lasciato a maggese" teorizzato dallo psicoanalista pakistano Masud Khan: "La possibilita'- ha spiegato la psichiatra- che un adulto o un bambino sia a maggese, siano percio' in un periodo quasi di ozio, aumenta la nostra creativita' e questo non riguarda solo l'oggi, il tempo dell'emergenza". Sara' da tenere a mente quando torneremo alla normalita': "Non perdere quel tempo- ha concluso Nicolo'- di cui essere padroni".
(Wel/ Dire)