A Firenze un convegno sul tema con Gallese e esperti settore
Roma, 19 nov. - Prendere consapevolezza dei propri movimenti, dei propri schemi motori, sviluppare in breve una conoscenza cinestetica e per mezzo di essa migliorare il benessere della persona. Fisico ma anche psicologico. Le numerose applicazioni possibili del metodo coniato da Moshe' Feldenkrais negli anni '50, arrivato in Italia a cavallo degli anni '80, sono state al centro del VI convegno nazionale organizzato a Firenze, all'hotel Baglioni gli scorsi 15-17 novembre, dall'associazione che si rifa' agli insegnamenti dello scienziato ed educatore israeliano. La tre giorni si e' aperta con una lezione magistrale del professor Vittorio Gallese, ordinario di psicobiologia dell'universita' di Parma su corpo, movimento, intersoggettivita'. Allargando la prospettiva i neuroni specchio hanno consentito un balzo nella comprensione immediata dell'azione, andando a congiungersi con l'intuizione di Feldenkrais, ovvero con la capacita' di integrare l'apprendimento mediante la presa di consapevolezza dei sensi e degli schemi motori. Lo sbocco piu' immediato da immaginare, per l'appunto in senso motorio, e' nella riabilitazione fisica magari dopo una lesione.
"Il Feldenkrais- afferma Cecilia Landini insegnante e fisioterapista- e' uno strumento utile per il miglioramento e il benessere su molti aspetti e molti campi. Quindi anche in campo riabilitativo puo' aiutare a rendere le persone sicuramente migliori, a sentirsi molto meglio, a prendere consapevolezza di se'. E questo aiuta decisamente anche in campo riabilitativo".
Del resto il metodo nacque a seguito di una esperienza biografica di Feldenkrais molto attinente, un infortunio al ginocchio: "Da quel problema particolare- ricorda Landini- riusci' a costruire un metodo di lavoro globale, che va a incidere sulla persona in toto, su tutto il corpo".
Lo scienziato israeliano, ricorda Landini, "impiego' vari mesi per trovare le strategie giuste per riuscire a migliorare tutto quello che ruotava intorno al problema del ginocchio". Agire sul resto del corpo si rivelo' decisivo. Ma oltre al fisico anche la mente puo' trarre beneficio dai suoi insegnamenti: "Lavoriamo col movimento- aggiunge l'insegnante e psicoterapeuta Francesco Ambrosio- sulla consapevolezza di come una persona si muove e sente se stessa. Riteniamo infatti che se c'e' un miglioramento nell'attivita' motoria, nello schema corporeo, nelle azioni, migliora anche l'immagine che una persona ha di se' e la gestione delle emozioni". Una nuova frontiera per curare la psiche? "Non siamo una terapia- fa notare Ambrosio- pero' il metodo puo' essere di sostegno a tante forme di psicoterapia o anche alla fisioterapia, perche' aiuta il professionista di questo tipo a fare in modo che il suo paziente e il nostro studente in qualche modo arricchisca l'immagine di se' per ottenere un cambiamento nella direzione del miglioramento desiderato".
Il metodo puo' riguardare anche ambiti e utilizzi inaspettati, tipo nel mondo dell'arte e dello spettacolo. Un esempio viene offerto da Mara Della Pergola, una delle 350 educatrici dell'associazione italiana insegnanti Feldenkrais e l'unica ad avere avuto l'opportunita' di formarsi direttamente col fondatore: "Ho avuto la fortuna effettivamente di formarmi con Feldenkrais nei primi anni '80- rammenta- lui mori' nel 1984.
Sono partita da una scuola di teatro, di mimo, e ho scoperto li' il grande potenziale del movimento fatto in un determinato modo. Quindi- conclude- sono andata in Israele a conoscerlo e ho deciso di fare la formazione con lui".
(Red/ Dire)