Roma, 5 nov. - Il Training autogeno (TA) sta cambiando pelle. Non e' piu' solo una pratica di rilassamento, e' una tecnica introspettiva che permette alle persone di entrare nella corporeita' per sentire le loro sensazioni. E a sorpresa l'Icsat (Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy and Autogenic Training) sta estendendo questa tecnica anche nel lavoro terapeutico con l'infanzia, ma con una novita'. "Stiamo mettendo appunto delle fiabe con caratteristiche specifiche: sono coerenti con gli engrammi (archetipi) di pesantezza, calore, cuore, respiro e cosi' via. In questo modo anche i bambini molto piccoli, dai quattro anni in su, potranno sperimentare suddette sensazioni grazie alla collaborazione di genitori e terapeuti chiamati a raccontare le storie". Lo spiega Walter Orru', presidente Icsat, intervenendo al seminario nazionale su 'La narrazione scritta, grafica e plastica dei vissuti delle tecniche della psicoterapia' a Roma.
"I bambini sono molto concreti- continua lo psichiatra- e con questo percorso si cerca di aiutarli a rivivere le sensazioni", a prendere coscienza del corpo e ad avviare un cambiamento. Molto utile, ad esempio, e' la fiaba di Re Giorgio che permette ai piu' piccoli "di imparare a sentire la pesantezza dal punto di vista psicofisiologico, ma non solo. Imparano a sentire tutti gli altri aspetti collegati alla pesantezza, soprattutto quelli psicologici. Mi riferisco alla possibilita' del lasciarsi andare- chiarisce Orru'- per sentire le sensazioni interne e iniziare a vedere gli aspetti psichici collegati a tali sensazioni corporee. Aspetti che il bambino costruisce piano piano nel tempo ma che a volte, a seguito di certi problemi e difficolta', non vengono costruiti". Cosi' la fiaba aiuta i piu' piccoli a ricostruire le tappe evolutive rimaste un po' piu' indietro nel percorso di crescita.
- Il TA diventa una scuola emozionale. "Una scuola che li aiuta, attraverso la percezione delle sensazioni, a scoprire le proprie emozioni e ad entrare meglio in relazione con l'alto". Tutti i bambini possono praticarlo. "E' realta' in molte scuole di altre nazioni- fa sapere Orru'- in Germania questa tecnica vive un grande sviluppo nell'ambito educativo". La sua utilita' e' evidente per la "gestione di qualsiasi emozione, essendo un percorso di riscoperta naturale del funzionamento dell'organismo e della personalita'. Se la rabbia e' trattenuta la TA aiuta ad esprimerla. Se la persona invece e' eccessivamente espressiva dal punto di vista della rabbia, aiuta a contenere questa gestione agendo dall'interno e riequilibrando il funzionamento delle emozioni. Il traning autogeno, dal punto di vista piu' fisiologico, riequilibra i diversi sistemi simpatico e parasimpatico- chiarisce il medico- con un'azione che parte a livello fisiologico e poi si estende a livello psicologico, rimettendo ordine nell'organismo". Per poter essere praticato dai bambini occorre, pero', che i genitori diventino dei co-terapeuti. "Devono essere istruiti e preparati adeguatamente per proporre le fiabe. La TA implica un lavoro sulle relazioni".
Regna una grande confusione tra il Training autogeno e la Mindfulness. "Sono tutte tecniche efficaci nei loro effetti- spiega lo specialista- la differenza origina dalla fonte: la Mindfulness ha una base filosofica orientale con una valenza meditativa, il TA ha invece una base occidentale che risponde a modalita' mediche neurofisiologiche, con un'ampia dimostrazione empirica della sua efficacia". Il lavoro del TA si basa sull'accettazione piu' che sulla volonta'. "La volonta' e' una funzione dell'Io cosciente e noi in Occidente ne facciamo un grandissimo uso- sottolinea lo psicoterapeuta- tutto il sistema del dovere e' incentrato sulla volonta' e fa pagare un grosso scotto alla percezione del piacere. Il training autogeno riequilibra questo sistema dando anche valore al piacere delle cose che dobbiamo fare". Alla base di molti disturbi psichici che si manifestano somaticamente "c'e' proprio questa confusione tra dovere e piacere. Il piacere appartiene alla naturalezza, alla capacita' di esprimere naturalmente la persona. Ci deve essere un equilibrio tra dovere e piacere- aggiunge Orru'- perche' anche un piacere eccessivamente manifestato o unilateralmente manifestato va a discapito di una cattiva integrazione nella societa'. Il training autogeno proponendosi nella sua nuova modalita' introspettiva, e non solo come tecnica di rilassamento- conclude- consente questa integrazione".
(Red/ Dire)