Vichi (Ido): Con ciuccio e biberon fino ai 6 anni problemi assetto bocca
Roma, 5 nov. - C'e' un filo che collega l'alimentazione ai disturbi del linguaggio nei piu' piccoli. È questo uno dei campanelli d'allarme lanciato da Paola Vichi, logopedista, psicologa e psicoterapeuta dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) che a Roma ha tenuto una relazione al corso Ecm sui 'Segni e segnali nel bambino della societa' di oggi'.
Strettamente connessi, dunque "lo sviluppo sensomotorio al momento del pasto, con tutti i cambiamenti che avvengono- spiega Vichi alla Dire- sulle consistenze e il tipo di cibo che il bambino mangia".
Il passaggio dall'alimentazione liquida del lattante a quella semi-solida e poi al cibo vero e proprio implica "una competenza orale e motoria che si diversifica nel tempo". Abilita' "legata proprio alle nuove capacita' che il bambino, crescendo, acquisisce nel muovere la lingua all'interno della bocca, nel chiudere la bocca e nell'utilizzare i muscoli di bocca, labbra e lingua", continua la psicologa. La masticazione, infatti, con la crescita "si fa piu' specializzata, cosi' come la deglutizione. Questo tipo di progressione sul piano dell'alimentazione e' strettamente connessa al modo in cui bambino utilizzera' la lingua per i primi suoni, vocalici all'inizio e poi sempre piu' complessi", aggiunge Vichi. L'alimentazione, dunque, e nello specifico la consistenza dei cibi, "e' strettamente correlata con la specializzazione oroprassica finalizzata al linguaggio". Anche "un utilizzo prolungato" di ciuccio e biberon puo' dare luogo "a un morso della bocca molto alterato, malocclusioni dei denti e problematiche- avvisa la logopedista- che saranno poi di interesse del dentista e dell'ortodonzista".
Per uso prolungato Vichi intende "fino ai 5-6 anni", e ci tiene a ricordare che "il biberon deve servire per nutrire, appartiene quindi a un'eta' tipica che non puo' arrivare ai 6 anni". Lo stesso principio e' valido per il ciuccio, che "ha una funzione consolatoria o di addormentamento e tranquillizzazione, e dovrebbe essere legata a un'eta' non superiore ai 3 anni".
L'aspetto problematico del ciuccio e' che tende a provocare una posizione "della lingua bassa e sempre spinta in avanti- fa sapere la psicoterapeuta- che modifichera' le posizioni dei denti e tutto l'assetto della bocca per un tempo prolungato", aggiunge.
Ma i difetti del linguaggio possono indicare anche una fase normale. "Il baby talking fa parte di quel modo infantilizzato di parlare, ed e' completamente naturale e fisiologico". C'e' da preoccuparsi di "un ritardo importante o di distorsioni del linguaggio intorno ai 3-4 anni. Dopo i 4, infatti, c'e' un disordine fonologico serio che e' da attenzionare".
Per i genitori "si potrebbero scrivere tanti vademecum", ma e' sempre necessario inquadrare "le difficolta' legate all'alimentazione dentro una storia": dall'intera famiglia "all'evoluzione dell'esperienza dei singoli genitori", continua Vichi. Tuttavia di spunti comuni da cogliere ne permangono moltissimi, a partire dallo svezzamento. "Perche' ci sono bambini che protraggono il mangiare pappe o l'uso del biberon per molto tempo. Senza assaporare mai nuovi gusti, sapori e consistenze", riflette la psicoterapeuta. I bambini hanno bisogno di "approcciare al cibo in maniera naturale e progressiva" e per questo, a detta di Vichi, sono da favorire alcuni compromessi: "Il minestrone rispetto al piatto di verdure ad esempio", o ancora, "incentivare le occasioni conviviali come lo stare a tavola tutti insieme a mangiare- conclude- anziche' far mangiare.
(Wel/ Dire)