Ferrazzoli (IdO): Lavorare sul gruppo con un ascolto professionale
Roma, 26 mar. - Il 56% degli studenti sostiene che bisogna ascoltare i bulli e parlargli. Emerge da una ricerca dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) sul bullismo e il cyberbullismo, realizzata su un campione di 2.000 adolescenti di eta' media 13 anni. "Sottolineano l'importanza del dialogo e di qualcuno che li ascolti autenticamente. Noi lavoriamo molto con gli sportelli di ascolto nelle scuole, perche' l'ascolto deve essere professionale.
Servono psicologi e non counselor". Lo afferma Flavia Ferrazzoli, psicoterapeuta dell'IdO, in commissione parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza nell'ambito dell'indagine conoscitiva su bullismo e cyberbullismo. La psicoterapeuta coordina un'equipe di psicologi presenti in circa 100 scuole.
"Il bullismo e' un fenomeno di natura relazionale, che prevede il coinvolgimento di piu' ragazzi ed e' importante lavorare sul gruppo. Esiste un passaggio importante, dalle scule elementari alle medie, dove i ragazzini cominciano ad utilizzare i cellulari- continua Ferrazzoli- che se vengono mal gestiti portano ad un congelamento dello stato emotivo. Vediamo sempre piu' spesso adolescenti che finiscono per non guardarsi piu' in faccia e non avere momenti di aggregazione reali. I genitori, vedendoli sempre a casa, si sentono sicuri, mentre il pericoloso e' proprio li': passano ore sui videogiochi e sul telefonino. Si fidanzano, si innamorano e si lasciano tramite il cellulare, senza vivere l'emozione del dolore. Si proteggono attraverso lo schermo e piano piano arrivano alla desensibilizzazione".
L'esempio "va messo al primo posto- puntualizza la psicoterapeuta- ma gli stessi genitori riproducono dinamiche bullizzanti nei famosi gruppi di WhatsAppe a scuola. O ancora, ci sono molti cartoni e serie tv che mostrano come unica soluzione alla violenza la magia oppure la violenza stessa. Non si forniscono altri spunti, come il dialogo. Noi interveniamo nelle scuole per tamponare- aggiunge Ferrazzoli- e creiamo nelle classi dei gruppi per lavorare sull'empatia, che spesso viene a mancare anche in famiglia. I genitori sono sempre occupati".
Si possono attivare dei percorsi positivi a scuola. Ferrazzoli propone i laboratori gratuiti di teatro, sport, decoupage, ricamo e ceramica. Laboratori in cui siano sempre presenzi gli adulti. "Spingo per il teatro perche' stimola l'empatia. È importante anche la collaborazione con le forze dell'ordine, noi lo facciamo grazie al progetto 'Scuole sicure' della Polizia di Stato che ci permette di informare i ragazzi da un punto di vista normativo. Loro non conoscono le leggi- ricorda la psicoterapeuta- non sanno che per pubblicare una foto sui social devono chiedere l'autorizzazione. C'e' una totale inconsapevolezza e quando vengono ripresi, o si fermano a riflettere, crollano. Dobbiamo ritrovare un dialogo con questi ragazzi e finanziare progetti di sportelli di ascolto nelle scuole, aperti anche ai docenti e ai genitori. Il livello di complessita' e' talmente vasto che bisogna lavorare su piu' piani- conclude- per aiutare gli adolescenti che adesso sono in cammino".
(Wel/ Dire)