Coordinatore: Festival viene riconosciuto come nome e come logo
Roma, 23 apr. - "Ho sempre avuto l'obiettivo chiaro della crescita, tanto che quando siamo partiti mi sono posto come salto di qualita' il quinto anno. Questo salto c'e' stato, ma continuo a lavorare perche' si puo' migliorare sotto tanti aspetti". Cosi' alla Dire il sociologo visuale Marco Rossano, coordinatore del Premio cinematografico 'Fausto Rossano per il pieno diritto alla salute'.
La quinta edizione del Premio - dedicato allo psichiatra napoletano che da ultimo direttore dell'ospedale Leonardo Bianchi si impegno' attivamente per la chiusura dei manicomi - si e' conclusa con un bilancio positivo come sottolinea il coordinatore che si e' detto "molto contento perche' abbiamo fatto un passo avanti importante, sia come qualita' delle opere arrivate, sia come incremento di pubblico". Il 2019 ha portato un importante miglioramento dovuto "al lavoro fatto durante l'anno con le scuole, che non vuol dire far venire i ragazzi a vedere le proiezioni, ma vuol dire fare un percorso di sensibilizzazione su alcune tematiche: fasce deboli, salute mentale, persone con disabilita', ma anche migranti. E vuol dire anche costruire qualcosa con loro, come ad esempio al Villari, al Flacco di Portici, o in altre scuole, per realizzare un video e coinvolgerli attivamente. Continuare su questa strada e' importantissimo".
Grande valore sociale, ma anche cinematografico tanto che oggi "il Premio - spiega Rossano - viene riconosciuto sia come nome che come logo, arrivano film importanti, ad esempio quest'anno e' arrivato il cortometraggio che lo scorso anno ha vinto agli Oscar: la qualita' delle opere e' importante per la buona riuscita del festival". E i passi avanti sono evidenti considerando che "la prima edizione si e' conclusa in una giornata, quest'anno abbiamo avuto quattro giornate piu' un'anteprima" in cui e' stato proiettato il documentario 'I borghesi di Calais. L'ultima frontiera' del regista spagnolo Jesu's Armesto "che abbiamo coprodotto come associazione".
La prima giornata del Premio, la mattina, e' quella che Rossano racconta come "il momento piu' bello" in cui sono stati proiettati i lavori della sezione 'laboratori' e da Roma "sono arrivati i protagonisti del corto 'Per un pugno di banane' che poi e' risultato il vincitore. Ho visto la gioia e la consapevolezza di aver fatto qualcosa di bello negli occhi dei ragazzi di un centro diurno dell'Asl capitolina".
Per la quinta edizione del festival il comitato scientifico aveva scelto come argomenti principali la salute mentale nelle sue piu' varie accezioni, il disagio giovanile, la ludopatia e le patologie da gioco d'azzardo, nuove visioni sull'avanzamento dell'eta'. La partecipazione e' gratuita e il progetto e' completamente autofinanziato.
Neanche il tempo di tirare le somme, che lo sguardo e' proiettato verso l'edizione numero sei. "Sicuramente - avverte - aumenteremo il numero di eventi nel corso dell'anno" cosi' da arrivare al Premio vero e proprio "non come un punto di partenza, ma come un punto di arrivo". L'obiettivo e' coinvolgere piu' scuole, piu' associazioni e spingersi "in diversi punti della citta' e anche fuori per creare, poi, una rete locale, nazionale ed internazionale: abbiamo gia' rapporti con Salerno, Trieste, Milano, Roma e Barcellona". Il traguardo principale per il 2020 sara' quello di "aumentare le connessioni sociali".
(Wel/ Dire)