Roma, 23 apr. - Come concretizzare il contributo degli psicologi alle persone con malattie croniche? L'Ordine degli Psicologi dell'Umbria ha organizzato un convegno a Perugia per rispondere a questa domanda. Il Piano Nazionale della Cronicita' mette al centro del sistema assistenziale la persona e non la malattia, perche' il modo con cui la persona e i suoi caregiver affrontano il problema - destinato a durare nel tempo o per la vita - fa la differenza nei risultati delle cure, nel peso della malattia nella vita, nei costi umani ed economici. E la persona non e' solo un corpo, percio' il Piano prevede che della cronicita' si occupi, oltre al medico e all'infermiere, lo psicologo, chiamato ad aiutare la persona ad avere la migliore relazione possibile con la sua malattia, i curanti e i caregiver, a gestirla nel modo piu' funzionale, a ridurre lo stress legato a malattia e cure, a mantenere prospettive di vita.
Secondo le stime la componente psicologica, a prescindere dalla gravita' della malattia, e' in grado di peggiorare l'andamento della malattia e i costi legati alla stessa dal 40% al 120% a seconda delle situazioni, mentre gli interventi psicologici - di intensita' variabile a seconda dei soggetti, risultano efficaci e si ripagano da soli per i risparmi che innescano. L'Umbria e' particolarmente colpita perche' il 43,5% della popolazione ha un problema di cronicita' e siamo al primo posto in Italia per incidenza di ipertensione (20,3%), artrosi (19,6%), bronchite cronica (6,9%) e malattie del cuore (5,3%).
"Nel recepire il Piano nazionale l'Umbria ha adottato un approccio integrato al problema che prevede gli psicologi", ha rilevato il presidente dell'Ordine umbro David Lazzari, che segue il tema anche a livello nazionale. "Ora e' importante che il Piano Sanitario e l'organizzazione dei servizi sia coerente con questa indicazione. In Umbria ci sono esperienze significative di collaborazione degli psicologi in questo campo, ma sono spesso sostenute dalle associazioni dei malati e sono episodiche. Manca un criterio di programmazione che assicuri questa risorsa in modo appropriato rispetto ai bisogni".
"Buona sanita' non significa soltanto prevenzione e cura delle malattie fisiche, ma anche del disagio. Il ruolo degli psicologi e' importante e per questo vogliamo potenziare la presenza di queste figure professionali nel settore delle cure primarie e della cronicita', in collaborazione con medici di famiglia e rete dei servizi territoriali", ha dichiarato Luca Barberini, assessore alla Salute della Regione Umbria, intervenendo al convegno. Il Piano della Cronicita' e' stato illustrato da Paola Pisanti del Ministero della Salute, mentre MT Bressi di Cittadinanzattiva ha messo in evidenza come la mancata disponibilita' di assistenza psicologica nel pubblico sia una delle criticita' maggiori evidenziate dalle persone con cronicita'. (Fonte Quotidiano Sanita') (Wel/ Dire)