Roma, 30 ott. - Suicidi in carcere, la Regione Toscana vara un programma di prevenzione tra i detenuti e gli operatori di tutti i penitenziari della Toscana. Un investimento di 78.000 euro che sara' impiegato per la formazione del personale sanitario e penitenziario. La formazione sara' organizzata dall'Agenzia per la formazione dell'Ausl Toscana Centro con sede a Empoli e si svolgera' con il supporto del Centro di riferimento regionale sulle Criticita' relazionali dell'Azienda ospedaliera universitaria di Careggi. Docenti di questa formazione saranno psichiatri e psicologi che saranno individuati all'interno delle Aziende Usl. La formazione sara' in primis rivolta agli operatori del carcere, tra cui agenti penitenziari e personale medico, dopodiche' saranno coinvolti direttamente i reclusi, alcuni dei quali saranno a loro volta formatori verso altri detenuti.
Un programma, quello messo a punto dalla Regione, che intende prevenire non soltanto il suicidio tra le sbarre, ma anche i frequenti atti di autolesionismo dei reclusi. Un progetto sviluppato nell'ambito dell'approvazione, da parte della Conferenza unificata, del Piano nazionale per la prevenzione delle condotte suicidarie nel sistema penitenziario per adulti. La delibera della giunta regionale toscana su "Prevenzione del suicidio nel sistema penitenziario" impegna le Ausl a redigere, concordemente con l'Amministrazione penitenziaria, il proprio piano locale, uno per ogni Istituto penitenziario. Fornisce inoltre gli strumenti clinici utili per gli operatori sanitari al fine di individuare il livello di rischio suicidario nelle persone adulte detenute, prevede una formazione in materia del personale sanitario, del personale dell'amministrazione penitenziaria, dei detenuti.
"Intendiamo potenziare il sistema sanitario all'interno dei penitenziari toscani, affinche' il carcere non sia soltanto il luogo della reclusione e della marginalita', ma uno spazio di pena rieducativo che fa parte dell'architettura delle citta'- ha detto l'assessore regionale alle politiche sociali e alla sanita' Stefania Saccardi- Per questo riteniamo fondamentale destinare parte delle risorse per la sanita' in carcere alla prevenzione dei suicidi e degli atti di autolesionismo tra i detenuti. E lo faremo potenziando l'aspetto psicologico nei penitenziari, attraverso l'impiego di psicologi delle aziende sanitarie toscane che formeranno adeguatamente gli agenti e gli operatori del carcere ad affrontare situazioni di potenziale rischio. Aiutare al reinserimento chi vive recluso nel carcere e' un aiuto a tutta la comunita'".
(Wel/ Dire)