Boccalon: Intervento magistratura indica che qualcosa a monte non funziona
Roma, 30 ott. - "Come non puo' essere messa sulle spalle della Magistratura la responsabilita' di prevenire le distorsioni della Pubblica amministrazione, che spettano alla politica, cosi' nell'ambito della promozione globale della Salute (prevenzione, cura e riabilitazione) non si puo' prescindere dal patto fiduciario tra il paziente e il terapeuta, che deve essere il fondamento di ogni azione orientata alla beneficialita' biopsicosociale. Se viene meno questo rapporto di fiducia, si mina una delle risorse principali che concorrono a realizzare l'obiettivo sancito dall'articolo 32 della Costituzione". Cosi' lo psichiatra Roberto Boccalon commenta l'ordinanza con cui il Tribunale civile di Roma ha condannato l'Asl Rm2 a rimborsare le spese delle cure Aba future di una famiglia di un bambino di cinque anni, stabilite in 40 ore settimanali per 48 mesi.
"Per sostenere, a volte ripristinare, la fiducia come elemento coessenziale tra il paziente e i professionisti sanitari- prosegue Boccalon- e' necessario che la diffusione e l'utilizzazione, omogenea e appropriata, delle conoscenze offerte dalla ricerca scientifica sia integrata in una prospettiva di medicina narrativa, in un dialogo costruttivo che tenga conto dei punti di vista di pazienti, terapeuti e familiari, dei loro vertici esperienziali, come del resto auspicava Ippocrate quasi due millenni fa. Alcune aree sanitarie, a volte, sembrano fonte di particolare tensione- ricorda lo psichiatra- in passato l'oncologia e la tossicodipendenza, attualmente le malattie rare, l'area dei vaccini e dell'autismo. Quando i nodi comunicativi si radicalizzano e alimentano incomprensione tutto e' piu' difficile. Quando si rompe la collaborazione fiduciaria e si arriva a far intervenire la Magistratura- sottolinea Boccalon- piu' che una modalita' di trovare una soluzione, e' il sintomo di qualcosa che a monte non ha funzionato. È necessario individuare, promuovere e sostenere forme di dialogo e concertazione tra pazienti, familiari e operatori sanitari- conclude- in cui si possa avere uno spazio e un tempo per pensare assieme a soluzioni possibili basate sui principi della scienza, sulla consapevolezza delle risorse disponibili e sulla condivisione di criteri di equita' per la loro utilizzazione".
(Wel/ Dire)