Non ha cura definitiva e puo' casare frustrazione e rassegnazione
Roma, 23 ott. - La rosacea, malattia infiammatoria cronica della pelle, ha un forte impatto sulla qualita' di vita di chi ne e' affetto. Ad oggi, questa malattia non ha una cura definitiva e per questo chi ne soffre prova spesso perdita di fiducia in se' stesso, frustrazione e rassegnazione.
Una recente indagine internazionale, promossa da Galderma e condotta su oltre 700 pazienti con rosacea e 500 medici, ha valutato il reale impatto di questa malattia, le cui manifestazioni, secondo quanto dichiarato dagli interessati, rimangono costantemente visibili nel 60% dei casi ma sono i periodici peggioramenti l'aspetto piu' temuto, nel 90% dei casi. Indipendentemente dal modo in cui si manifesta, la malattia influenza fortemente la vita di 1 persona su 3 e, in oltre la meta' dei casi, ha ripercussioni sulla produttivita' lavorativa. 1 persona su 5 modifica in modo sostanziale le proprie abitudini quotidiane e quasi il 90% rinuncia a quelle attivita' che possonopeggiorare i sintomi o causarne la ricomparsa. Tra queste, la prima e' l'esposizione solare, nel 50% dei casi, seguita dall'assunzione di alcol e cibi speziati, rispettivamente nel 33% e 26% dei casi.
"I risultati di questa indagine- spiega Giuseppe Micali, Direttore della Sezione di Dermatologia e Venereologia, Dipartimento di Specialita' Medico-Chirurgiche, Universita' di Catania- confermano l'impatto psicologico che la rosacea ha sui pazienti, che molto spesso non e' strettamente legato alla gravita' dei sintomi. Questo aspetto ha portato i dermatologi a un cambiamento nel razionale per il trattamento della rosacea. Le nuove indicazioni terapeutiche raccomandano di dare sempre piu' importanza alle problematiche del singolo paziente e a quegli aspetti della malattia che vengono percepiti come piu' invalidanti. I trattamenti, per essere considerati 'di successo', dovrebbero determinare una totale remissione delle manifestazioni cliniche e della sintomatologia e di conseguenza, devono essere rivolti ad ottenere il piu' alto grado di risoluzione clinica possibile, al fine di ridurre o minimizzare l'impatto della malattia e delle cosi' tanto temute recidive".
Le persone in totale remissione (clear), che quindi non hanno piu' lesioni infiammatorie o eritema, rispetto a quelle quasi in remissione (almost clear) dichiarano una minore impatto psicologico e sociale riferendo una maggiore liberta' nei comportamenti. Di queste, circa il 50% non ritiene che la malattia influenzi la loro qualita' di vita. Questo risultato e' supportato da una recente revisione analitica dei dati in letteratura1 relativa ai soggetti che raggiungono il clear con terapie topiche. La percezione soggettiva di miglioramento da parte dei pazienti e' influenzata negativamente dal conseguimento di una quasi remissione rispetto a quanto riferito da quelli che hanno ottenuto la completa remissione clinica (42% almost clear vs 77% clear). Visto l'impatto che hanno le ricadute sulla vita dei pazienti, un ulteriore aspetto importante emerso da questo studio e' che la completa remissione rispetto alla quasi remissione risulta associata ad un periodo piu' lungo 'libero da patologia in cui non sono necessari trattamenti' (8 mesi vs 4 mesi).
Se si confronta il modo in cui medici e pazienti valutano l'impatto delle diverse manifestazioni cliniche, emerge come i medici diano un maggiore peso a quelle tipicamente associate alla malattia, quali ad esempio il rossore persistente, il gonfiore, la presenza di papule e pustole, desquamazione, mentre sottovalutino i sintomi quali dolore, prurito ebruciore. Questo si riflette nell'insoddisfazione dei pazienti con rosacea: l'82% sente infatti che la malattia non e' sotto controllo nonostante i trattamenti e il 29% non si sente ascoltato dal proprio medico.
È interessante rilevare che spesso chi soffre di rosacea non si rivolge al dermatologo, ma preferisce lo scambio di consigli con altre persone online. Questo ha portato uno dei piu' seguiti profili Facebook (Rosacea Italia) a raccomandare sempre di rivolgersi a un medico per avere una diagnosi certa.
La rosacea e' una comune malattia infiammatoria della pelle che presenta caratteristiche cliniche variabili, e che riguarda per lo piu' le aree centrali del viso, come guance e naso. La malattia riguarda sia maschi sia femmine adulti, spesso dopo i 30 anni. Tra i sintomi piu' comuni ci sono arrossamento, eritema persistente e lesioni infiammatorie, oltre a dolore, bruciore e aumentata sensibilita' della pelle. Spesso possono essere colpiti anche gli occhi, apparendo rossi, secchi e irritati. Le cause della rosacea sono ancora dibattute, ma sono noti diversi fattori scatenanti, tra i quali cibi speziati, alcol, stress, esposizione solare, bagni caldi. Nelle persone con rosacea si e' inoltre osservata un'elevata quantita' del microrganismo Demodex, generalmente innocuo negli altri soggetti. La rosacea puo' peggiorare se non trattata. Le persone che sospettano di soffrirne dovrebbero consultare il proprio dermatologo per una diagnosi certa e discutere il miglior trattamento. La diagnosi e la classificazione della rosacea si basano sulla valutazione clinica del paziente (esame fisico, storia clinica ed esclusione di altre patologie che possano entrare in diagnosi differenziale).
Non esiste a tutt'oggi una cura definitiva per la rosacea. È tuttavia disponibile una serie di terapie (molte delle quali sviluppate negli ultimi anni) che, utilizzate nel contesto clinico adeguato, consentono di migliorare i sintomi, le manifestazioni cliniche e la percezione del malato verso la sua malattia. Nell'ampia gamma di terapie disponibili vi sono approcci di natura diversa, sostanze farmacologiche e terapie fisiche. I trattamenti topici comprendono brimonidina per l'eritema e ivermectina, metronidazolo o acido azelaico per la forma papulo-pustolosa. Tra le terapie sistemiche, l'unico farmaco approvato ad oggi e' la doxiciclina al dosaggio antinfiammatorio di 40 mg indicato per il trattamento delle lesioni infiammatorie papulo-pustolose. Le terapie fisiche sono utilizzate soprattutto per il trattamento delle teleangectasie. Oltre alle terapie farmacologiche, la routine cosmetologica e la cura quotidiana della cute rivestono un ruolo accessorio ma importante per il mantenimento dei risultati ottenuti.
(Wel/Dire)