"Riorganizzare sistemi con hub spoke per collegare diagnosi a Pai"
Roma, 23 ott. - "Non e' la prima volta che un'ordinanza condanni una Asl, c'era gia' stato un precedente in Emilia Romagna. Credo che l'Istituto superiore di Sanita' (Iss) abbia emanato delle linee guida e che bisogna fare una diagnosi soggettiva. Non basta avere una linea guida, ma nell'ambito della linea guida stabilire cosa e' meglio o peggio per quel soggetto". Cosi' Giuseppe Quintavalle, direttore generale della Asl Rm4, commissario della Asl Rm5 e per anni direttore di un Osservatorio sull'autismo, ha commentato l'ordinanza con cui il Tribunale civile di Roma ha condannato l'Asl Rm2 a sostenere le spese delle cure Aba future a una famiglia di un bambino di cinque anni, stabilite in 40 ore settimanali per 48 mesi.
"È chiaro che il servizio pubblico e il privato accreditato si debbano organizzare per poter garantire delle modalita' di tipo riabilitativo e terapeutico. In questo contesto- aggiunge Quintavalle- non mi meraviglio di quello che e' successo, piuttosto sto avviando una riflessione all'interno delle Asl che dirigo in considerazione che sull'autismo e i disturbi dello spettro autistico esiste un livello essenziale di assistenza riconosciuto con un decreto legge. Inoltre, le Regioni iniziano a percepire e ad avere dei finanziamenti specifici, che mi auguro siano sempre piu' importanti. È quindi opportuno creare una riorganizzazione dei sistemi che parta da hub spoke con contatti e collegamenti dal momento della prima diagnosi e primo sospetto al centro di diagnosi, al secondo livello per un parere. Poi- spiega Quintavalle- ci deve essere in maniera specifica un piano assistenziale individuale (Pai) che, in base alle conoscenze dei nostri clinici, possa individuare il tipo di terapia idonea. Non ci sono solo le terapie Aba e Teach- sottolinea l'esperto- ma numerose in questo buon lavoro che l'Iss sta anche rivedendo.
Dobbiamo prepararci e fare in modo che le famiglie dei nostri pazienti abbiano comunque il sostegno sociosanitario. Uno dei problemi di questa materia e' che molto rientra nel sociale- aggiunge Quintavalle- e dobbiamo stabilire quali sono i vincoli e i limiti temporali e sociali da un lato, e sanitari dall'altro. Siamo pronti ad accettare la sfida, ma c'e' ancora molto da fare".
L'approccio futuro "deve puntare su una supervisione specialistica per verificare e misurare, sulla base di indicatori di partenza, se l'adozione di un Pai che preveda l'Aba o altro, come la psicomotricita' e altre tecniche, porti a dei miglioramenti in termini di riabilitazione finalizzata all'inclusione del soggetto. Non si parla di guarigione- conclude- ma di inclusione del soggetto e di compimento degli atti quotidiani nella vita".
(Wel/ Dire)