Aipa proietta film Pixar il 26/10 con dibattito su studi infant research
Roma, 16 ott. - La memoria e' un elemento cardine nella strutturazione della vita affettiva, oltre che delle relazioni primarie. Lo dimostrano gli ultimi studi dell'Infant Research, ma a ricordarlo al grande pubblico e' il noto film di animazione della Pixar 'Inside Out'. A questo lungometraggio l'Associazione Italiana di Psicologia Analitica (Aipa) dedica una serata: "'Inside out': Una riflessione sulla psiche infantile, spunti teorico clinici dell'Infant Research e convergenze con il pensiero analitico".
L'appuntamento e' il 26 ottobre a Roma in via Antonio Musa 15 alle 19 e la partecipazione e' libera e gratuita.
"Presentiamo il film della Pixar in ambito analitico per farlo vedere a tutti. C'e' inoltre una coincidenza sincronica- spiega alla Dire Barbara Fionda, psicoterapeuta e analista, logopedista dell'Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini ed esponente Aipa- perche' a Roma e' stata allestita in questi giorni la mostra al Palazzo delle Esposizioni proprio sui 30 anni di animazione della Pixar".
Per realizzare il lungometraggio gli americani "si sono basati sulle ultime teorie provenienti dall'Infant Research e sugli studi sulle relazioni primarie. Raccontano la storia di una bambina dalla nascita ai 12-13 anni per mostrare come le emozioni vivono dentro di lei. Gli autori- continua Fionda- danno grande peso alla memoria. La vita affettiva consiste anche in palline di memoria, rappresentate dalla Pixar come una sorta di palle da bowling di diversi colori". Uno per ogni emozione: giallo per la Gioia, blu per la Tristezza, rosso per la Rabbia, viola per la Paura e verde per il Disgusto.
I ricordi possono essere positivi e negativi, allegri e tristi, e la bambina li accumula tutti dentro di se' in una sorta di deposito. "In realta' sono dati essenziali- sottolinea la psicoterapeuta- perche' gli ultimi studi sulle neuroscienze mostrano che e' la memoria a fungere da mediatore essenziale nelle relazioni e a modificare gli assetti affettivi. Vogliamo stimolare la riflessione su questo e su come possa esserci utile nel lavoro clinico. Spesso puo' capitare una anamnesi non accurata che fa saltare una terapia. Sapere com'e' andata la storia di una persona e conoscerne i dettagli modifica fortemente la prognosi. Nel lungometraggio emerge chiaramente che la prima relazione affettiva si concretizza in un ricordo e tutto funziona con un assetto di circuito di memoria. È importante dare piu' voce agli studi fatti sulle risonanze magnetiche- conclude Fionda- che evidenziano come le aree della memoria siano quelle piu' attivate durante i movimenti relazionali".
(Wel/ Dire)