Appello di Anna Ancona (Vicepresidente Cnop): Serve supporto psicologico
Roma, 2 ott. - A lanciare l'allarme e' Anna Ancona, Vicepresidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli psicologi, che evidenzia come dalla disoccupazione si rischi di scivolare in una condizione di scoraggiamento, in una spirale negativa che porta alla perdita di speranza e motivazione che rende ancora piu' difficile il rientro nel mondo del lavoro. Per questo l'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna lancia un appello a mettere in campo le azioni necessarie per spezzare questo circolo vizioso.
È necessario fornire innanzitutto "uno spazio psicologico e relazionale di ascolto in cui si possa scoprire di non essere soli a sperimentare un certo malessere, aiutando a superare gli stereotipi legati all'essere disoccupato". È inoltre "fondamentale attivare la proattivita', favorire il recupero delle risorse personali e un livello di motivazione sufficiente a ripartire per la ricerca o la creazione di un nuovo spazio lavorativo".
"Questa esperienza di deprivazione, se prolungata, puo' provocare la perdita dell'autostima, l'aumento del senso di inferiorita' e di impotenza, minando non solo la fiducia in se stessi, ma anche negli altri, nella societa' e nel futuro, con possibile mancanza di motivazione. Situazione psicologica che puo' rendere piu' passivi gli individui e ancora piu' problematico il loro inserimento nel mondo del lavoro". spiega Anna Ancona, Presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna.
Nella loro riflessione gli psicologi dell'Emilia Romagna mettono l'accento sul valore del lavoro per gli equilibri psicologici: "Nel lavoro la persona esprime se stessa, afferma la propria identita' e appartenenza sociale, costruisce legami importanti per la propria realizzazione, oltre all'indispensabile reddito per fare progetti per il futuro. La relazione tra lavoro e dignita' e' da considerarsi cosi' importante per la stabilita' della persona che la disoccupazione puo' produrre una ferita psicologica profonda. Il disoccupato non e' solo colui che non ha un reddito sicuro, ma piu' in generale una persona che puo' sentire di non avere una collocazione nella societa' o di possedere una identita' manchevole. Sono molti gli effetti psicologici che caratterizzano coloro che vivono questa drammatica condizione. Sentimenti di frustrazione, senso di colpa e inutilita' possono combinarsi con vissuti di vergogna e rassegnazione, determinando sintomi depressivi di varia intensita' fino ad arrivare a una depressione vera e propria". Per gli psicologi l'evoluzione della situazione lavorativa di queste persone dipende dal superamento della crisi e da circostanze contingenti e ambientali, come la ripresa economica, evidentemente necessaria. Ma serve anche "un supporto mirato, che si faccia carico della situazione di sofferenza della persona nella sua complessita'", perche' questo "puo' favorire l'utilizzo di risorse personali per fronteggiare l'evento negativo - la disoccupazione - promuovendone la resilienza".
(Red/ Dire)