E lancia campagna sensibilizzazione con Pitzalis testimonial
Roma, 20 nov.- Italiana, massimo 44 anni, con un figlio a carico, maltrattata psicologicamente o fisicamente dal marito o convivente, che ricerca informazioni generiche. Questo l'identikit diffuso dalla Regione Lombardia della donna che si rivolge ai servizi territoriali antiviolenza lombardi, servizi che coprono tutte le province con 27 reti territoriali, 50 centri e 74 case rifugio. I numeri sono stati riproposti alla presentazione di 'Non sei da sola, fermiamo insieme la violenza', lo slogan che lancia la Regione Lombardia per presentare una settimana (19-25 novembre) dedicata a sensibilizzare i cittadini sul contrasto alla violenza verso le donne, in vista della giornata internazionale contro la violenza di genere del prossimo 25 novembre. Sono dunque in arrivo concerti, concorsi, coinvolgimento delle scuole e del Consiglio regionale, lancio di una nuova 'app', inaugurazione simbolica di una panchina rossa e illuminazione arancione di Palazzo Lombardia e del Grattacielo Pirelli.
Gli appuntamenti sono stati illustrati dall'assessore alle Politiche per la famiglia, Genitorialita' e Pari opportunita', Silvia Piani: "I dati riguardanti il fenomeno della violenza- ha detto- ci hanno spinti a dare vita a questa complessa e ricca iniziativa. Sono cifre e situazioni che vanno lette sempre tra luci ed ombre: luci per l'emergere del fenomeno, ombre per il loro perdurare. Va comunque detto che in Lombardia dal 2013 ad oggi la copertura del territorio dei nostri centri, che operano 24 ore al giorno, e' passata dal 37% al 100% e che il numero delle donne che si rivolgono e' triplicato".
Piani ha scelto come testimonial Valentina Pitzalis, ambasciatrice di 'Fare x Bene onlus', vittima di aggressione e simbolo vivente del contrasto al sopruso di genere. "Sto dedicando la mia vita- dice Pitzalis- a far si' che non si ripetano fatti come quello acaduto a me. Agire in emergenza non serve, la prevenzione e' l'unica arma". E c'e' tanto da fare ancora. Piani, ad esempio, richiama l'attenzione su un dato: "Al 15 ottobre sono state oltre 8.500 le vittime di violenza intercettate dai centri che si sono avvicinate al percorso proposto, ma solo una parte esigua (117) arriva in fondo. Segno della necessita' di proseguire e intensificare l'opera di informazione e di sensibilizzazione come si propone la nostra 'settimana'. Le donne sono in prevalenza 'giovani' che hanno per il 60% figli minori e non dispongono di un reddito stabile. Segno che occorre lavorare molto anche sul fronte dell'indipendenza economica".
Il totale delle donne che dall'1 gennaio ad oggi si sono rivolte alle reti e ai centri sono 8.672, 3.569 nella provincia di Milano, 1.103 in quella di Brescia, 637 di Bergamo e 633 nella provincia di Monza Brianza. Nelle provincie di Bergamo, Brescia e Milano sono stati aperti tre reti territoriali nuove e tre centri antiviolenza nuovi per ciascuna. Per quanto riguarda i percorsi avviati nel 2008, su 3.890 contatti, ci sono state 2.362 accoglienze, con 1.473 donne che usufruiscono di servizi specialistici e 117 percorsi conclusi, a fronte di 241 abbandoni e sospensioni. Nel 62% dei casi le donne contattano i centri per informazioni generiche, il 49% per ascolto-sfogo, il 30% per informazioni legali, il 21% per seguire percorsi psicologici, il 10% ospitalita'-casa e lavoro-denaro, il 3% per richieste sanitarie, il 2% per emergenza.
Le donne prese in carico in Lombardia sono per il 61% italiane, di cui il 32% con meno di 34 anni, il 33% con un'eta' compresa tra 35 e 44 anni, per il 53% sono coniugate o conviventi, il 60% di loro ha figli minori, il 45% non lavora. I maltrattanti sono: nel 56% dei casi il marito o il convivente, nel 18% l'ex marito o l'ex convivente. Nel 83% dei casi mettono in atto maltrattamenti psicologici, nel 71% fisici, nel 32% economici e nel 21% stalking. Ma poi come si sono conclusi i percorsi delle vittime? Nel 66% dei casi in autonomia abitativa, nel 67% in autonomia economica, nel 69% con l'allontanamento del maltrattante.
(Wel/ Dire)