Roma, 20 nov.- Le basi eziologiche dei disturbi dello spettro autistico risalgono all'inizio dell'evoluzione e i bambini che ne soffrono possono mostrare rigidita' corporea, difficolta' sensoriali e di sintonizzazione. Colmare alcune lacune provocate dalla sindrome e' certamente possibile, ma occorre lavorare sulla dimensione affettivo-corporea. A fare il punto sui 'Disturbi dello spettro autistico dalla diagnosi precoce alla terapia', in occasione del corso di formazione e della giornata di studio promosse a Vasto da Tancredi Di Iullo, presidente dell'Ordine degli psicologi dell'Abruzzo, e' l'equipe multidisciplinare dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma.
L'IdO porta avanti, per il trattamento dei bambini coinvolti nei disturbi dello spettro autistico, il progetto Tartaruga che, oltre ad essere applicato clinicamente da 15 anni, e' stato oggetto di varie ricerche pubblicate su riviste internazionali.
"È il primo approccio evolutivo integrato che consente una presa in carico dei bambini fin dai primi anni di vita. Prevede un approccio centrato sul corpo e contempla la partecipazione attiva dei genitori in veste di caregiver. Lo abbiamo definito 'Tartaruga' proprio per non creare false aspettative nei genitori sulla velocita' dei risultati. Al momento- fa sapere Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'IdO- il 40% dei bambini che abbiamo in trattamento sono usciti dalla diagnosi Ados di autismo, e puntiamo a raggiungerne il 55%. Sono numeri che rappresentano per noi una grande soddisfazione, anche se siamo dispiaciuti perche' non riusciamo ad aiutare tutti i bambini".
L'approccio Tartaruga, erogato alle famiglie gratuitamente (in regime di convenzione), dura 4 anni e si struttura in attivita' di 10 ore la settimana che prevedono le visite specialistiche; le osservazioni diagnostiche periodiche; le valutazioni psicologiche, neuropsichiatriche e inerenti le abilita' cognitive e sociali e numerose attivita' tra cui la pet-therapy con gli asini; il sostegno educativo a scuola per incoraggiare l'inclusione scolastica dei bambini con autismo; ed incontri informativi e di consulenza individuale e di gruppo per i genitori. "Noi operatori abbiamo l'obbligo di aiutare il genitore ad interpretare i segnali di un bambino con autismo, non sempre facilmente interpretabili. In particolare- spiega Magda Di Renzo, responsabile del servizio terapie dell'IdO- aiutiamo le mamme a sintonizzarsi con il loro bambino attraverso il gioco corporeo, per rimettere in moto la comunicazione". In questo percorso un sostegno concreto viene dalla Psicomotricita'. "È il trait d'union tra il corpo e la mente- precisa la psicoterapeuta- e ci consente di aiutare il bambino a costruire il mondo attraverso il lavoro motivazionale e il gioco".
Il progetto Tartaruga si sta diffondendo in tutta Italia, ma non solo. "Lavoriamo con le universita' di Israele, Stati Uniti, Cile e Brasile- continua Castelbianco- adesso e' partito un progetto di ricerca sulla diagnosi e la valutazione in Colombia con l'Universidad del Valle, su un campione di 30 bambini. Stiamo avendo in Italia e all'estero un forte riconoscimento da parte di genitori e operatori".
Il direttore dell'IdO rimarca l'importanza della diagnosi precoce: "Con un campione di bambini dai 3 ai 13 anni abbiamo riscontrato il risultato di uscita dalla diagnosi del 30%, mentre con un campione di bambini con cui abbiamo iniziato la terapia a 2 anni e' del 44%. Con l'avanzare dell'eta'- conclude- diminuisce la possibilita' di aiutare i bambini e di evitare che si radichino nella chiusura".
Qui e' possibile vedere le interviste pubblicate sul canale Facebook dell'Ordine degli Psicologi dell'Abruzzo a Federico Bianchi di Castelbianco e
qui a Magda Di Renzo.
(Wel/ Dire)