Castelbianco (psicologo): Aprire istituti pomeriggio prima cosa da fare
Roma, 13 nov.- Sbalzi di umore e atteggiamenti diversi. Sono questi i segnali di allarme per riconoscere molte vittime di bullismo che, se non viste, finiscono per sentirsi inferiori agli altri, non accettati. Per prevenire e contenere le esplosioni di rabbia e aggressivita' nei giovani, alcune scuole della Toscana, in particolare dei Comuni di Tavernelle e Barberino, promuovono corsi che aiutano gli studenti ad entrare in empatia con chi viene preso di mira. Il progetto sperimentale si chiama Alice Project, 'La scuola della felicita'', e grazie alle risorse ottenute dal ministero ha permesso la formazione di 80 docenti sull'importanza di riconoscere le emozioni.
"Non e' facile riconoscere se un ragazzo sia vittima di bullismo a meno che i segnali non siano molto forti- chiarisce Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva, intervenuto al Tg3- ad esempio non mangia, ha difficolta' a dormire, e' sempre nervoso e molto chiuso. Sono dei comportamenti che i genitori e gli insegnanti possono notare e comprendere".
La parola bullismo, aggiunge lo psicoterapeuta, "se da una parte delimita un problema dall'altra lo riduce. Nei bambini piccoli abbiamo un sentimento di rabbia che si tramuta in aggressivita' e negli adolescenti in violenza". La soluzione? "Dobbiamo fornire loro spazi e occasioni di incontro, in particolare tenendo aperte le scuole nel pomeriggio per avere piu' adulti che non lascino soli i ragazzi. Fare attivita' insieme significa relazionarsi, dialogare. I bulli parlano tra loro e poi agiscono, noi dobbiamo rompere una catena, rompere un modo per inserirne un altro- conclude Castelbianco- la scuola aperta il pomeriggio e' la prima cosa da fare".
(Wel/ Dire)