McWilliams: Ci dice qualcosa in piu' sul funzionamento della psiche
Roma, 27 mar. - Negli ultimi dieci anni il campo della salute mentale ha subito uno spostamento: "Dalla singolarita' dell'individuo all'assegnazione di un'etichetta basata su categorie di sofferenza psicologica definite dalla concordanza di alcuni esperti. Con il DSM (il Manuale diagnostico e statistico per eccellenza) i disturbi sono stati raggruppati sulla base di sintomi osservabili". Parte da qui Nancy McWilliams, professoressa di Psicologia applicata e professionale alla Rutgers University, per illustrare il lungo viaggio della diagnosi psicodinamica al convegno 'Diagnosi: senso e sensibilita' a Roma.
Nel 2006, con la prima edizione del Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-1), "la nosologia psichiatrica stava attraversando un momento critico- ricorda McWilliams- il DSM e l'ICD (International Classification of Deseas) hanno deliberatamente evitato gli assunti psicodinamici, non andando incontro alle esigenze dei clinici attenti ai singoli pazienti. Il PDM-1 cerco' allora di integrare la conoscenza clinica degli psicoanalisti con le conoscenze dei ricercatori empirici".
Il passaggio al PDM-2, pubblicato negli Stati Uniti nel 2017 e in Italia nel 2018, "aiuta i clinici a dare senso agli stili di personalita' e ai possibili disturbi dei loro pazienti. Ha permesso di far comprendere meglio l'aspetto dinamico, evolutivo e dimensionale dei disturbi". L'obiettivo della diagnosi psicodinamica e' infatti quello di "catturare le dinamiche dei processi bio-psico-sociali sottostanti alla sofferenza".
La prospettiva diagnostica del PDM-2 permette di analizzare sia "la profondita' che la superficie degli studi e dei pattern emotivi, cognitivi, interpersonali e sociali dei pazienti.
Aspetti utili per la pianificazione dei trattamenti", afferma Nancy McWilliams, l'altra chief editor del PDM-2 presentato a Roma.
La nuova versione del manuale si caratterizza anche per l'attenzione sugli studi di personalita' e la psicopatologia.
"Ciascuno di noi ha uno stile di personalita- ricorda McWilliams- e il Manuale psicodiagnostico analizza in proposito la letteratura critica degli ultimi 120 anni. Ha esaminato la letteratura sui casi singoli, le indagini qualitative e le evidenze scientifiche anche al di fuori degli RCT (Randomized controlled trial)".
Il PDM-2 "ci dice qualcosa in piu' sul funzionamento della psiche. La personalita' richiede una valutazione sia dello stile, che del suo livello di organizzazione (sana, nevrotica, borderline o psicotica). Abbiamo costruito gli stili di personalita'- conclude- non come tratti, ma come temi o conflitti intorno ai quali una persona e' consapevolmente o inconsapevolmente organizzata".
(Wel/ Dire)