Palma: È un obbligo di legge. Sui territori forte disomogeneita'
Roma, 27 mar. - Visite a sorpresa nelle strutture sanitarie nelle quali vengono eseguiti trattamenti sanitari obbligatori (Tso) per "mettere un po' di trasparenza sulla materia". Dopo la visita annunciata al Servizio psichiatrico diagnosi e cura (Spdc) di Colleferro, in provincia di Roma, agli inizi di marzo, il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della liberta' personale, Mauro Palma, annuncia l'avvio di un monitoraggio delle strutture interessate su tutto il territorio nazionale. "E' innanzitutto un obbligo di legge- spiega Palma-. Il Garante nazionale, che e' anche organismo terminale della convenzione delle Nazioni unite sulla prevenzione dei trattamenti inumani e degradanti, ha l'obbligo di visitare tutti i luoghi di privazione della liberta' da parte di un'autorita' pubblica.
Questa norma, che sul piano internazionale riguarda anche quelli che genericamente potremmo chiamare manicomi, nell'ambito della normativa italiana riguarda i Trattamenti sanitari obbligatori. La parola 'obbligatorio' significa privazione della liberta' personale e quindi scatta l'obbligo come meccanismo nazionale di prevenzione rispetto a possibili maltrattamenti o trattamenti inadeguati delle persone private della liberta'".
Secondo dati riportati dal Rapporto salute mentale 2015 del ministero della Salute, in Italia, sempre nel 2015, sono stati registrati 8.777 trattamenti sanitari obbligatori nei vari Spdc. Un dato che rappresenta l'8,8 per cento dei ricoveri avvenuti nei reparti psichiatrici pubblici e che, rispetto al 2013 e' sostanzialmente stabile in quasi tutte le regioni. Se compariamo invece i dati del 2015 con quelli del 2010, i Tso risultano in calo negli ultimi anni. Nel 2010 i Tso sono stati poco piu' di 10 mila. Nonostante questi dati non mettano in evidenza un fenomeno in crescita, per Palma i dati mostrano delle peculiarita' che occorre approfondire. "Se si legge la mappa dei Tso e i dati Istat, ci si accorge che c'e' una fortissima disomogeneita' -spiega Palma-. Ci sono province dove c'e' una rarita' di Tso e altre invece dove sono particolarmente frequenti. All'origine di questa indagine, tuttavia, c'e' anche un'altra questione: spesso c'e' il rischio di avere dei Tso impropri, soprattutto in strutture della privazione della liberta' come il carcere. E' tutta una materia su cui rimettere un po' di trasparenza. Cosa che non c'e' sempre". A livello europeo, l'Italia stavolta non si piazza agli ultimi posti. Anzi. La situazione sembra essere migliore che altrove. "Prima di fare il garante, per 12 anni sono stato a Strasburgo e ho presieduto il Comitato che ha lo stesso compito in ambito europeo e ho sempre misurato i dati italiani rispetto a quelli di altri paesi- racconta Palma-. E l'Italia e' abbastanza avanti rispetto ad altri stati. La lezione basagliana ha segnato un cambiamento culturale, per cui a cio' che e' non volontario si ricorre come extrema ratio. In alcuni paesi, invece, c'e' la tendenza a prenderla come prima misura, quello di un trattamento contro la volonta' di una persona. In generale, noi abbiamo una cultura dove la parola chiave e' la presa in carico".
Ad oggi non sono state eseguite altre visite a sorpresa. Il monitoraggio, infatti, e' ancora alla fase iniziale, racconta Palma. "Per ora stiamo lavorando molto su due piani- continua il Garante-: il primo e' quello della definizione delle mappe per individuare tutte le strutture, e non e' semplice. L'altra parte e' quella della definizione di una check list, ovvero di stabilire cosa e come osservare". Una fase ben piu' complessa di quanto si possa pensare, aggiunge Palma. "All'organismo che presiedo e che in Italia e' del tutto nuovo, recentemente e' stata data un'altra competenza che a differenza dei Tso e' un po' piu' al limite del mandato- spiega il Garante-. Riguarda il controllo sulle residenze per disabili o anziani laddove le persone, entrate volontariamente, si ritrovino in una situazione di non volontarieta', perche' la malattia si e' evoluta, il parente non c'e' piu' e via dicendo. Un po' piu' al limite perche' mentre nel caso del Tso la parola stessa definisce la categoria di privazione della liberta', in questo caso e' una privazione non de iure, ma de facto. Un confine un po' piu' labile. L'Italia, rispondendo ad una richiesta delle Nazioni unite di monitorare queste strutture ha affidato questo compito al Garante nazionale e spero che diano anche adeguate risorse di personale". Ci sara' da lavorare anche sul piano normativo, chiosa Mauro Palma. La passata legislatura non c'e' riuscita e ora il Garante spera che il nuovo Parlamento possa portare a conclusione l'iter di un ddl che preveda la notifica del Tso "non solo al giudice- precisa Palma- perche' e' il responsabile che deve convalidarlo, ma anche al Garante solo su un piano informativo, in modo da avere una mappa a monte del fenomeno".
(Wel/ Dire)