Castelbianco: Affrontarlo non a parole, ma con attivita' concrete
Roma, 27 mar. - "Il problema dell'anziano 'solo' non riguarda unicamente l'Oriente, ma anche l'Occidente", afferma lo psicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco. "Dobbiamo ricordare che alcuni anni fa ando' su tutti i giornali la notizia che in Francia vi erano centinaia di anziani all'obitorio per i quali non si riuscivano a contattare i familiari. Erano stati lasciati a casa da soli d'estate ed erano deceduti, senza alcuna possibilita' di raggiungere i parenti prossimi, figli o nipoti che fossero".
Anche in Italia "succede la stessa cosa, anche se in misura diversa", prosegue Castelbianco. "C'e stata la tendenza - e forse c'e' ancora - di parcheggiare l'anziano in ospedale o in una casa di cura durante le vacanze estive. Il grande problema- spiega lo psicoterapeuta- e' la disistima verso gli anziani, che non sono reputati utili. Ed e' ancora piu' drammatico che non siano nemmeno rispettati come persone di esperienza, capaci di tramandare la saggezza popolare".
Lo psicoterapeuta segnala due aspetti: "Gli anziani sono considerati utili solo quando a loro vengono delegati i nipoti. Successivamente, una volta che il nipote sara' cresciuto e desiderera' stare con gli amici, il valore della figura del nonno verra' azzerato agli occhi dei parenti". Tuttavia, "se da un lato i nonni sono portati a viziare i nipoti, dall'altro tendono anche ad insegnargli l'educazione". La questione dell'angoscia e della solitudine degli anziani e', quindi, "un problema sociale che deve essere affrontato non a parole, ma con attivita' concrete che possano sfruttare il loro potenziale presente- conclude- nel senso di una condivisione sociale della loro vita quotidiana".
(Wel/ Dire)