Strage di Latina, sostenere mamma con lavoro equipe continuativo
La psicologa: Non dovra' recriminarsi nulla, non poteva salvare figlie
Roma, 13 mar. - "È una situazione talmente grave che esigera' rispetto, competenza e attenzione. Occorre un lavoro di equipe mirato e continuativo, e sara' importante l'appoggio della famiglia, della comunita' e soprattutto di specialisti che la seguano in maniera continuativa. Non basteranno certo pochi colloqui". Lo afferma Magda di Renzo, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva, responsabile del servizio Terapie dell'Istituto di Ortofonologia di Roma ed esponente della Societa' italiana per lo studio dello stress traumatico (Sisst), spiegando come sostenere Antonietta Gargiulo, la mamma di Alessia e Martina che non ha potuto salutare per l'ultima volta.
Sulla possibilita' di farla partecipare al funerale delle figlie, Di Renzo ha aggiunto: "Evidentemente bisognava stare attenti alle condizioni di salute psicofisica della donna. È un evento in ogni caso talmente traumatico- spiega la terapeuta- che implica la necessita' di garantirle un grande aiuto e tutto il tempo necessario. Di certo, bisognera' attendere che le sue condizioni di salute migliorino".
L'esponente della Sisst ripete che "il trauma e' talmente forte che un intervento breve non risolvera' il problema. La mamma si trova senza le due figlie e con un uomo che ha tentato di ammazzarla. Occorrono bravi psicoterapeuti che sappiano effettuare un supporto continuativo che possa aiutarla ad affrontare questo drammatico aspetto traumatico".
La psicoterapeuta sottolinea, pero', che "questa donna non avra' da recriminarsi nulla, poiche' il marito ha sparato prima a lei. Questo aspetto potrebbe impedirle di chiedersi 'Potevo pensare di andarle a salvare?'. Lei e' stata realmente impossibilitata dal farlo, anche se e' chiaro che sara' pervasa dai sensi di colpa. È una situazione gravissima, drammatica". In conclusione la psicoterapeuta consiglia anche che "l'aiuto sia graduale, dovendo la donna recuperare la memoria di quanto accaduto".
(Wel/ Dire)
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