Progetto della Fondazione Giovanni XXIII per accrescere autonomie
Roma, 13 mar. - Una famiglia associata alla fondazione Giovanni XXIII di Valbrembo in Lombardia ha scelto di mettere a disposizione la propria abitazione a per far nascere un progetto sperimentale di residenzialita' per i ragazzi con autismo in un contesto abitativo e relazionale simile a quello di una casa famiglia. Il progetto si chiama 'Abitare il blu' e prevede la co-abitazione di 3 persone autistiche con la presenza permanente di un operatore a supporto.
"Il numero ristretto di conviventi facilita l'instaurarsi di rapporti piu' profondi- spiega la fondazione- permette di conservare delle proprie abitudini e di personalizzare alcuni spazi dell'abitazione. Il numero ristretto permette anche di esprimere le proprie potenzialita'. Ci sono ragazzi capaci di preparare la tavola, riordinare, stendere il bucato e si realizzano potendolo fare. Inoltre si lavorera' sulla possibilita' che gli utenti a piu' alto funzionamento siano di supporto agli utenti meno autonomi".
L'ubicazione dell'abitazione in zona densamente popolata permettera' di fare rete con il territorio (vicini di casa, associazioni, oratorio, scuole, ecc..). I beneficiari del progetto sono soggetti giovani affetti da disturbo dello spettro autistico, con livelli differenziati di funzionamento e quindi con differenti potenzialita'/risorse in termini di autonomia sociale e relazionale. All'interno dell'abitazione gli utenti a piu' alto funzionamento saranno di supporto a quelli con autonomie sociali relazionali piu' limitate.
Potenzialmente il progetto si rivolge a circa 20 soggetti provenineti da tutto il territorio provinciale e prevede la coabitazione di tre soggetti per volta (per notte o per weekend).
La Fondazione Giovanni XXIII nasce da un gruppo di genitori di ragazzi affetti da autismo e si occupa di pazienti adulti affetti da autismo grave per realizza interventi a carattere psicoeducativo finalizzati sia alla nascita, allo sviluppo e al mantenimento sia di autonomie di base personali e laddove possibile interpersonali, sia al miglioramento delle capacita' relazionali, e di presa di coscienza pur parziale delle proprie difficolta' endogene.
Con il supporto di professionisti competenti e appassionati riesce ad attivare, nel tempo, dei servizi specifici per la gestione dei loro figli. Viene aperto un centro diurno dove i ragazzi usufruiscono di interventi educativi personalizzati per accrescere le loro autonomie, ridurre i comportamenti 'problema' e favorire la socializzazione. Vengono attivati programmi di residenzialita' notturna e di accoglienze in emergenza. Il percorso e' costantemente condiviso con le famiglie con lo scopo di supportarle nelle difficolta' e di trovare insieme soluzioni per il benessere dei loro figli.
La fondazione intende garantire e accompagnare il passaggio dal 'durante noi' oggi al 'dopo di noi' domani, aiutando le famiglie a far crescere i loro figli, permettendogli di abitare nuovi spazi e nuove esperienze.
(Wel/ Dire)