Fp Cgil: Domanda cresce ma da Regione arrivano risorse scarse
Roma, 22 mag. - La domanda di salute mentale in Veneto "e' in continua crescita sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo", ma in tutta risposta la Regione procede con "una costante diminuzione del personale deputato", ovvero "medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri ed educatori" e "una contrazione delle risorse". A muovere l'attacco sono Tiberio Monari e Pierangelo Rovere, rispettivamente responsabile per la salute mentale del direttivo Fp Cgil Medici e segretario regionale Fp Cgil Medici del Veneto.
Tra il 2014 ed il 2015, in Veneto c'e' stato un aumento di circa 12.800 assistiti dai dipartimenti di salute mentale, ma con il 2,9% delle risorse destinate alla tutela degli individui con questi disturbi, il Veneto e' agli ultimi posti in Italia. E a cio' vanno aggiunti i tagli nazionali, "come la vistosa diminuzione della retta a carico del Sistema sanitario nazionale, che passa dal 60% al 40%, con un notevole aggravio di costi per le famiglie e con il grosso rischio di dimettere diversi utenti", sostengono Monari e Rovere. Altro capitolo critico e' quello relativo alla neuropsichiatria infantile. In Veneto ci sono "circa 55mila minori con disturbi psichici", per cui preoccupa "l'inadeguatezza del personale, ma anche l'assenza di posti letto e strutture territoriali" dedicate. Cosi' i circa "200 ricoveri l'anno", avvengono nei Servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc), che sono pero' strutture per adulti.
Per quanto riguarda la fase di riabilitazione, "pensiamo sia importante una effettiva integrazione fra pubblico e privato", continuano i sindacalisti.
"Riconosciamo che in Veneto vi sono molte eccellenze sanitarie e noi vorremmo che anche la salute mentale dell'infanzia e dell'eta' adulta entrassero in questa lista", concludono Monari e Rovere, ricordando lo scorso novembre il sindacato ha chiesto un incontro urgente alla Regione ma, "passati 120 giorni non abbiamo ancora ricevuto risposta".
(Wel/ Dire)