Legge Basaglia, La Rosa: La 180 e' incompiuta
Lo psichiatra: Inventare altre modalita' di comunicare, paziente e' ricchezza
Roma, 22 mag. - "La legge Basaglia e' incompiuta. Dovremmo applicarla alla lettera, non per fare passatismo ma per recuperare una parte assolutamente innovativa di questa legge". A dirlo e' Franco La Rosa, fondatore del Centro Caracciolo di Palermo e vicedirettore emerito della scuola di specializzazione dell'Istituto Meridionale del Cipa, intervistato dalla Dire in occasione dei 40 anni della legge 180.
"Dovremmo avere dei servizi che in qualche modo ci diano la possibilita' di vivere una progettualita' ad ampio respiro- continua lo psichiatra- credo che dovremo ancora imboccarci le maniche e funzionare piu' sulla possibilita' di inventarci altre modalita' di comunicare. Il nostro paziente e' sempre stato reietto, negletto e considerato ultimo. Per noi, invece, e' il dispensatore del patrimonio".
La Rosa si reputa un uomo molto ricco. "Devo fare 70 anni e posso dire che i miei patrimoni e le mie ricchezze vengono da tutti i doni che ho ricevute dalle persone che sarebbero state considerate 'ultime' nella societa'. Oggi ci sono delle realta' molto feconde- ricorda lo psichiatra- tanto e' stato fatto e ci sono realta' terapeutiche straordinarie". La Rosa invita quindi all'ottimismo e alla buona fede. "C'e' sempre da fare, piu' e meglio, pero' saremmo gia' abbastanza contenti se potessimo continuare su questa scia e in questa direzione".
Il punto, secondo il medico, e' riuscire a trovare "una sintonia con il politico di turno, che deve credere, investire e pensare che il paziente non e' solo l'ultimo, ma e' colui che puo' offrire dei contributi straordinari".
Sull'abolizione degli Opg (Ospedali psichiatrici giudiziari), La Rosa aggiunge: "Siamo all'anno zero, bisognerebbe investire risorse in questo senso e fare formazione a tutti coloro che non sono sempre stati proiettati nel nuovo che avanza. L'idea di poter garantire anche al recluso, al paziente psichiatrico, una progettualita' esistenziale e' gia' una terapia. Significa prendersi cura di chi e' piu' sfortunato e sofferente. Non vorrei dare una visione cosi' canonica, ma una visione che passa dalla meta comunicazione affettiva, che passa dalla compassione, dall'empatia e dalla possibilita' che ognuno possa considerarsi portatore di ombre esattamente come chiunque che delinque.
Nessuno di noi e' immune da disagi psichici- conclude- assolviamoci".
(Wel/ Dire)
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