Il 18 maggio a Padova convegno Cipa, VJA e Obiettivo Ippocrate
Roma, 15 mag. - "Chi cura chi cura?". Ad accendere i riflettori sul disagio emotivo di chi prende in cura gli altri sara' il convegno 'Come la folgore di Zeus su Asclepio. Burn-out e disagio emotivo nelle professioni di aiuto: modelli di cura psicoanalitica', promosso dal Centro italiano di psicologia analitica (Cipa) - Istituto Meridionale e dalle associazioni 'Viaggi Junghiani Analitici' e 'Obiettivo Ippocrate' il 18 maggio a Padova, nel Salone di Rappresentanza del Circolo Unificato di Palazzo Zacco in Prato della Valle 82.
L'obiettivo della giornata sara', infatti, "riportare l'attenzione di cura, e cura di se', all'interno della cura del paziente, perche' e' centrale lavorare sul se' anche se non si e' psicoterapeuti psicodinamici. Non ci si puo' occupare degli altri senza avere una consapevolezza dei fenomeni interni che ci coinvolgono con i pazienti", chiarisce alla DIRE Carlo Melodia, medico, psichiatra e psicologo analista diplomato all'Istituto C.G. Jung di Zurigo e associato Cipa.
L'idea del convegno nasce proprio dall'incontro con l'associazione 'Obiettivo Ippocrate' formata da medici, infermieri e altri operatori delle professioni assistenziali. "Si sono resi conto di avere un approccio difensivo- continua Melodia- a causa del periodo storico e della tendenza dei pazienti a pretendere risposte onnipotenti ancor piu' che in passato. Alcuni pazienti quando non riescono a recuperare la loro salute, o quella dei cari, trasferiscono tutto su una richiesta economica, sperando che la stessa produrra' una sorta di punizione-distruzione del curatore che ha fallito. Tuttavia quest'ultimo aspetto e' solo il punto di partenza del convegno".
La giornata sara' suddivisa in due sessioni, una mattutina e una pomeridiana, strutturate in tre interventi: due psicoanalitici ed uno tenuto dai professionisti. In entrambe le sessioni seguiranno i gruppi esperienziali paralleli. "Sono gruppi condotti da psicoanalisti o gruppo-analisti. Ogni gruppo avra' un numero minimo di 10 partecipanti e l'obiettivo sara' quello di creare una dimensione di confronto e condivisione di esperienze personali e umane ricavate dal contesto professionale", precisa lo psichiatra.
Gli infermieri, i medici e gli assistenti sociali che parteciperanno ai gruppi potranno mettere in contatto la realta' professionale con la loro interiorita' emotiva rispetto alla dinamica della relazione medico-paziente, professionista-paziente, guaritore o curatore-paziente. Nei gruppi diretti da Melodia e da Franco La Rosa, fondatore del Centro Caracciolo di Palermo, nonche' vicedirettore emerito della scuola di specializzazione dell'Istituto Meridionale del Cipa, sara' maggiormente coinvolta la dimensione immaginativa. I gruppi Balint, invece, saranno piu' orientati all'espressione delle emozioni su fatti concreti e veri.
La relazione e' un elemento fondamentale nel lavoro con il paziente. "Il mio intervento che aprira' la giornata- continua Melodia- ha come tema proprio l'origine, il preoccuparsi solo dell'atto onnipotente del salvare la vita e molto meno di quello che accade all'interno del rapporto di cura, dello 'stare con'. Noi portiamo l'attenzione su questo elemento- conclude Melodia- perche' nel campo medico c'e' una minore preparazione in termini di consapevolezza del curante rispetto alle attese grandiose del paziente. Magari si collude, si stabiliscono piu' facilmente relazioni di coppie onnipotenti e poi successivamente si assiste alle ricadute nella svalutazione, nell'accusa e nello svilimento dell'altro".
(Wel/ Dire)