Magno (psicoanalista junghiano): È una dinamica piu' che un archetipo
Roma, 8 mag. - "Parlare della spiritualita' del '68 e del post '68 significa parlare del puer aeternus. Il puer senza la parte eterna e' appannaggio di una cultura dell'uomo di strada". A dirlo e' Giancarlo Magno, psicoanalista junghiano, che riflettera' su questo tema all'XI convegno nazionale dell'Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy (Icsat) dal titolo 'Il puer, l'aspetto eternamente giovanile della psiche', al Palacongressi di Ravenna (Largo Firenze) il 12 e 13 maggio.
"L'idea del puer, e del puer aeternus in particolare, derivano dalla mitologia e dalle religioni comparate. Abbiamo tantissime figure di puer aeternus, il primo e' Cristo. La mia relazione vertera', quindi, sull'impegno che ha avuto il '68 non solo da un punto di vista politico e sociale, ma anche religioso. Perche' il '68 ha creato una dimensione spirituale: i ragazzi con le coroncine di fiori, l'amore per il sole e il cielo, lo stare a petto nudo. In quegli anni c'era una componente adolescenziale- sottolinea Magno- ma anche una grande componente culturale. Tutto il modello della New Age e' una forma di religiosita'. Il puer nelle parole di Pierpaolo Pasolini e di Laura Betti ha rappresentato un aspetto di liberazione da un moralismo precedente- ricorda Magno- e siccome il moralismo e' strettamente connesso all'esperienza religiosa, dal '68 in poi c'e' un cambiamento della morale".
Lo psicoanalista junghiano continua: "Tendiamo a vedere il puer iconizzato, invece dovremmo vederlo dinamicamente, nella sua capacita' di evolversi in qualcosa di diverso, perche' il puer e' piu' una dinamica che non un archetipo. L'andamento positivo o negativo di questa dinamica dipende dall'uso che ne facciamo".
Il puer nella sua evoluzione psicologica collettiva porta a livelli di degenerazione: "La rivoluzione di ottobre russa, un'altra forma di emergenza dell'archetipo del puer, ha portato a Stalin. Il nazionalsocialismo con la cultura del bello, i giovani biondi con gli occhi azzurri e i corpi scolpiti, ha portato a Hitler e ai campi di concentramento. Ma se avessimo una visione del Puer piu' ampia- consiglia il terapeuta- vedremmo che abbiamo avuto anche forme estremamente positive: Akhenaton e tutta la cultura faraonica egiziana hanno portato a una rivoluzione della cultura religiosa. Cristo come figura di puer ha portato a una rivoluzione grandiosa, cosi' come Budda, che pur essendo morto vecchio e' stato di fatto eternamente giovane. Ecco che il positivo e il negativo dipendono sempre da una figura molto simile al briccone divino- spiega Magno- i puer sono dei grandi bricconi, sono il 'Lasciate che i bambini vengano a me', 'Lasciate che una dimensione da puer ritorni dentro di me e io non mi fossilizzi con un senex'".
Donna Letizia ha "iconizzato il puer nei suoi scritti e ce ne da' una visione statica e standardizzata che non permette evoluzioni. Ha fatto un'operazione di scissione molto forte, creando uno iato tra il puer e l'aeternus. Se riflettiamo nei termini del puer aveva ragione Donna Letizia- aggiunge lo psicoanalista- ma se riflettiamo nei termini del puer aeternus ne acquistiamo una valenza diversa: la dimensione dell'eterno e' la progettualita' del puer. Tutte le divinita' hanno un grande progetto- conclude- ed e' importante ricordarlo oggi perche' abbiamo bisogno di progetti".
(Wel/ Dire)