Roma, 24 lug. - Lo stress e' sia la conseguenza che la causa della perdita della vista. Lo rivela
uno studio pubblicato su EPMA Journal, la rivista ufficiale dell'Associazione europea per la medicina predittiva, preventiva e personalizzata, che spiega: "È un circolo vizioso di una spirale discendente, in cui la perdita della vista iniziale crea uno stress che accelera ulteriormente la perdita della vista, creando ancora piu' stress e cosi' via. La perdita della vista a causa di un danno alla retina, al nervo ottico o al cervello ha spesso gravi conseguenze nella vita di ogni giorno: problemi nel riconoscimento dei volti, lettura o mobilita'. Quando la perdita della vista e' considerata irreversibile e spesso progressiva, i pazienti sperimentano uno stress mentale continuo dovuto a preoccupazioni, ansia o paura, e le conseguenze secondarie sono la depressione e l'isolamento sociale". A questo, la ricerca aggiunge che lo stress mentale prolungato, conseguente alla perdita della vista, va ad aggravare ulteriormente la situazione. Infatti, "lo stress continuo e i livelli elevati di cortisolo hanno un impatto negativo sull'occhio e sul cervello a causa dello squilibrio del sistema nervoso autonomo (simpatico) e della disregolazione vascolare.
Quindi, lo stress puo' anche rappresentare una delle principali cause delle malattie del sistema visivo, come il glaucoma e la neuropatia ottica".
Questa nuova prospettiva psicosomatica ha diverse implicazioni per la pratica clinica. "In primo luogo- si legge nell'articolo- le tecniche di riduzione dello stress e di rilassamento (ad esempio la meditazione, l'allenamento autogeno, l'allenamento per la gestione dello stress e la psicoterapia per imparare a far fronte) dovrebbero essere raccomandate non solo come complementari ai trattamenti tradizionali della perdita della vista, ma anche come mezzi preventivi per ridurre la progressione della perdita della vista. In secondo luogo, i medici dovrebbero fare del loro meglio per inculcare positivita' e ottimismo nei loro pazienti, dando loro le informazioni a cui i pazienti hanno diritto, in particolare per quanto riguarda l'importante valore della riduzione dello stress. In questo modo, il circolo vizioso potrebbe essere interrotto".
Sono necessari, conclude l'articolo, "ulteriori studi clinici per confermare il ruolo causale dello stress in diverse malattie della visione e per valutare l'efficacia di diverse terapie anti-stress, per prevenire la progressione e migliorare il recupero e il recupero della vista in studi randomizzati come fondamento dell'oftalmologia psicosomatica".
(Wel/ Dire)