De Nicotera (TeRP): Impariamo ad abbandonarla per dare spazio alla persona
Roma, 24 lug. - "La riabilitazione e' trasformazione, la diagnosi e' trasformazione e richiede accettazione, consapevolezza e, infine, abbandono per dare spazio alla persona". Si centra sulle potenzialita' dei pazienti piu' che sulle loro disabilita' Milena De Nicotera, tecnico della riabilitazione psichiatrica (Terp), che lavora al fianco di psichiatri, neuropsichiatri infantili e psicologi per aiutare i pazienti a raggiungere il maggior grado di autonomia possibile.
La Terp collabora anche alla diagnosi. "Tutti i genitori ricevono con terrore la diagnosi dei loro figli, soprattutto se si tratta di disturbi del neurosviluppo. In realta' la diagnosi non e' nemmeno un punto di partenza per la riabilitazione. La riabilitazione- spiega De Nicotera- si fonda su cio' che di positivo si puo' trovare nel paziente. La diagnosi descrive un individuo in quel momento, ma non e' fissa e non delinea l'interezza di tutta la persona. La riabilitazione, i terapisti e i logopedisti dovrebbero occuparsi della persona nella sua globalita', del bambino nella sua globalita', con tutte le sue gioie e i suoi interessi. Mi capita spesso di trovare terapisti che suggeriscono ai genitori di abolire immediatamente tutti gli interessi particolari dei bambini- continua a raccontare- ma non suggeriscono alternative. Spesso i bambini che arrivano da me non sanno cosa fare ed esitano in terribili stereotipie, perche' gli e' stato levato il loro interesse senza fornirgli nulla".
E sempre in tema di trasformazione, De Nicotera aggiunge: "Il cervello e' come una macchina hardware, mentre tutto quello che facciamo durante la giornata e che scatena i nostri neurotrasmettitori e' il software. Il software riesce a modificare l'hardware durante tutto l'arco della nostra vita. Il nostro comportamento puo' modificare il nostro cervello e viceversa- sottolinea- e questa e' una scoperta importante. Il software e' basato sulle potenzialita' e non sulle disabilita', perche' noi siamo sempre in continua trasformazione".
Anche i cosiddetti 'errori genitoriali' vanno reinterpretati in chiave evolutiva. "I genitori vivono molti sensi di colpa, credono di aver commesso errori terribili, ma non e' cosi'.
Bisogna partire dall'errore per consapevolizzarlo e trasformarlo, perche' tutto si puo' trasformare. Cosi' anche l'errore genitoriale puo' diventare una risorsa positiva, uno strumento da usare".
Il rimprovero piu' ricorrente dei genitori e' "'Non ho capito i bisogni di mio figlio in quel momento', ed e' la cosa piu' terribile che mi sento dire. Noi siamo istintivamente progettati per fornire delle cure, ma se queste cure non trovano una risposta adeguata diminuiscono- spiega De Nicotera- e non e' una colpa. Manca la responsivita' del bambino, aspetto sottovalutato che non viene quasi mai chiarito. Arrivano le mamme dicendo 'Io non capisco mio figlio, sono stata colpevole di non aver interpretato/tradotto i suoi segnali'. Non e' cosi', perche' e' nella disperazione di questo riconoscimento che avviene la trasformazione".
De Nicotera vede soprattutto "bambini sottostimati sulla relazione e la comunicazione sociale. Hanno modalita' relazionali non codificate, ma esistono. L'80% dei minori che arrivano da me rientrano nei disturbi dello spettro autistico, diagnosi che racchiude una varieta' incredibile di disturbi diversi. Molti bambini hanno disturbi della regolazione della processazione sensoriale, e piu' sono piccoli piu' ci rendiamo conto che e' dalla processazione sensoriale che si struttura la percezione del mondo e la capacita' di comunicare". Per lavorare la terapista abbandona la diagnosi: "Finche' si pensa al bambino nella diagnosi, si pensa a un'etichetta. Quando riusciamo a pensare a un bambino diverso, perche' evolve, allora scatta il progetto di riabilitazione che coinvolge tutta la famiglia e la modifica in maniera fisiologica". Piu' piccoli arrivano in riabilitazione e piu' riescono ad andare avanti: "C'e' un grado di sviluppo cognitivo che influisce notevolmente sulla possibilita' di migliorare. Migliorano tutti".
De Nicotera ha anche un'altra convinzione: "Non si puo' lavorare da soli, e' importante collaborare. Bisogna essere umili e capire fin dove si puo' arrivare da soli e quando, invece, chiedere aiuto ad altri. Ho un blog con la collega Rossella Casanova e collaboro con Isabella Alioto, psicopedagogista ippoterapeuta che lavora in un maneggio. Sono anche in contatto con logopedisti e neuropsicomotricisti per avere uno scambio continuo di informazioni sui bambini che seguiamo insieme".
La terp ha promosso quest'anno, insieme alla psicopedagogista Ivana Di Maggio, un laboratorio espressivo dedicato a bambini dai 7 agli 11 anni. "Li abbiamo fatti lavorare sulle componenti sociali e relazionali in gruppo e in autunno- conclude- vorrei creare un nuovo laboratorio insieme ai ragazzi Asperger".
(Wel/ Dire)