Nel mondo il piu' alto impact factor a rivista 'World Psychiatry'
Roma, 17 lug. - L'agenzia americana Thomson Reuters ha appena reso pubblici i nuovi valori dell'impact factor delle varie riviste scientifiche. Tra tutte le riviste di psichiatria, quella con il piu' alto impact factor e' per il terzo anno consecutivo World Psychiatry, di cui e' Editor Mario Maj, direttore del Dipartimento di Psichiatria dell'Universita' "Vanvitelli" di Napoli. La rivista ha nuovamente superato Jama Psychiatry e Lancet Psychiatry.
L'impact factor e' un indice basato sul numero delle citazioni ricevute nei due anni precedenti dai lavori pubblicati in ciascuna rivista. È dunque considerato l'espressione piu' attendibile del livello scientifico di una rivista e del prestigio di cui essa gode nella comunita' degli studiosi. Il nuovo impact factor di World Psychiatry e' 30. Nessun'altra rivista di psichiatria aveva finora avvicinato questo valore.
World Psychiatry e' anche per il secondo anno consecutivo al primo posto tra tutte le riviste dell'area delle scienze sociali e del comportamento, e si colloca adesso tra le prime quindici riviste in tutto l'ambito delle scienze mediche.
"Questo risultato- spiega Mario Maj- e' naturalmente per noi un motivo di orgoglio, anche perche' le risorse di cui disponiamo sono molto inferiori rispetto a quelle su cui possono contare riviste come l'American Journal of Psychiatry o Jama Psychiatry. È importante anche notare che i contenuti della nostra rivista sono selezionati per la loro attinenza alla pratica clinica in psichiatria. Troppo spesso, infatti, si e' notato in passato un divario tra i temi piu' rappresentati nelle riviste psichiatriche e quelli di reale interesse per i professionisti che praticano la disciplina".
"Il fatto che World Psychiatry- prosegue Maj- sia adesso una delle riviste mediche con il piu' alto impact factor in generale, documenta inoltre che la psichiatria sempre piu' viene accettata come una specialita' medica che, pur nella sua complessita', sta facendo progressi importanti nella conoscenza dei fattori di vulnerabilita' e protettivi che intervengono nella genesi delle patologie di cui si occupa, nello sviluppo e nell'applicazione di interventi terapeutici basati su evidenze scientifiche, nonche' nell'organizzazione di servizi sempre piu' efficienti e rispettosi dei diritti civili degli utenti. Dimostra inoltre che il concetto secondo cui 'non esiste salute senza salute mentale', lanciato proprio dalla nostra rivista all'inizio di questo decennio, si sta sempre piu' radicando nella classe medica e nella comunita' scientifica".
(Wel/ Dire)