Tra nuove tendenze il ritardo nel definire orientamento sessuale
Roma, 26 giu. - La novita' degli ultimi tempi, soprattutto in Italia, e' il ritiro sociale. "Gustavo Pietropolli Charmet della cooperativa sociale Minotauro di Milano e principale esperto del fenomeno degli hikikomori, ha sempre detto che nei loro studi si aspettavano di trovare una grande assenza di padre. In realta' il ritiro sociale non e' cosi' visibilmente legato a questo aspetto, ma e' trasversale a tutte le classi sociali e a tutte le condizioni culturale ed economiche, laiche o religiose". Ne parla alla Dire Luigi Zoja, psicanalista di fama mondiale, con ricche esperienze e studi in economia e sociologia. Tra le sue pubblicazioni un libro sulla scomparsa del padre, 'Il gesto di Ettore' (Bollati Boringhieri).
In tema di omosessualita', "la Chiesa si sta aprendo ad una maggiore tolleranza, a definizioni meno rigide". Lo psicoanalista evidenzia poi che "tra gli adolescenti c'e' un fenomeno nuovissimo: i giovani che rimandano la scelta di orientamento sessuale e si tengono aperte entrambe le strade. È una sindrome abbastanza simile a quella del ritiro- continua Zoja- perche' e' un parziale ritiro: stanno alla finestra e non fanno il passo.
Mentre un tempo c'era la corsa ad introdurre la sessualita' sempre piu' precocemente, ormai adesso e' precocissima e non ci sono quasi piu' tabu'. È cominciato un processo opposto, in cui i giovani si dichiarano bisessuali, dichiarano di non aver ancora fatto una scelta". Probabilmente hanno "troppa paura della responsabilita' che oggi comporta la vita, a causa dell'eccessiva incertezza. Magari ce la fanno a concludere la scuola ma poi si chiudono e non entrano nel mondo del lavoro. Oppure non terminano l'ultimo anno di scuola, o arrivano alla laurea con 110 e lode ma si chiudono di nuovo. Complici sono le famiglie- denuncia Zoja- c'e' tanto ceto medio che ha le possibilita' e tiene i figli in casa fino ai 35 anni. È possibile che questa estensione non sia dovuta solo alla incertezza sul lavoro, ma anche alla sessualita' e al rinvio dell'orientamento sessuale".
In questo contesto "la Chiesa dira' 'Noi abbiamo ragione', perche' oggi c'e' molta permissivita'. A differenza di 10 anni fa c'e' piu' tollerazna- continua Zoja- e' piu' sdogatanata l'omosessualita'. Si ha paura di fallire nel mondo se si fa il passo di fuori indipendentemente se sia verso l'omnosessualita' o l'eterosessualita'. Cosi'- ripete lo psicoanalista- si tengono aperte un po' tutte le strade". Questa dinamica potrebbe essere spiegata dalla Chiesa come "la conseguenza dello sdoganare troppo l'omosessualita' e del dire 'Non preoccupatevi, non dovete sentirvi sbagliati, tutte le strade sono aperte'. Potrebbe denunciare che siamo arrivati un po' a un estremo".
Non e' allora crollata solo la figura paterna. "Anche la madre conta come modello per l'orientamento sessuale delle ragazze. Il problema relazionale con la madre e' qualitativo, con il padre quantitivo (spesso il dialogo e' insufficiente, ma non cattivo)", aggiunge Zoja.
Cosa puo' fare la Chiesa? "È un grande megafono. Tutte le cosiddette siniste, la politica, e' tutto sparito. C'e' meno pratica religiosa diretta pero' la Chiesa continua ad essere un moltiplicatore della comunicazione. Ha una grossa responsabilita' per i messaggi che si dibattono", conclude Zoja.
(Wel/ Dire)