Ordine Psicologi Emilia R.: Importante che professionisti captino disagio
Roma, 5 giu. - In occasione della Giornata internazionale per i bambini innocenti vittime di aggressioni, celebrata il 4 giugno di ogni anno, l'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna pone l'attenzione su una forma di maltrattamento molto grave ma spesso sottovalutata: quella subita dai giovani testimoni delle violenze domestiche.
"La violenza intrafamiliare travolge inevitabilmente i figli, anche quando questi non sono direttamente oggetto della violenza. L'esperienza del maltrattamento, fisico o psicologico, subito da altri - spesso la madre, ma non solo - ha conseguenze notevoli. Anche quando bambini e adolescenti non assistono direttamente alla violenza, ne percepiscono gli effetti: vengono investiti dai pensieri e dalle emozioni della vittima e dell'aggressore, che sono le figure di riferimento affettivo ed educativo primario", hanno scritto gli psicologi dell'Emilia Romagna in un comunicato.
"In alcuni casi, nemmeno la separazione dei genitori e' sufficiente per eliminare il problema: capita che i figli vengano strumentalizzati nei conflitti. Si va dalle situazioni - purtroppo comuni - in cui un genitore tenta di trasmettere l'odio per l'ex-compagno o ex-compagna anche ai ragazzi, a quelle piu' estreme che possono degenerare in omicidi, con l'enorme trauma che ne consegue. Anche nelle situazioni meno estreme, la violenza assistita e' a tutti gli effetti una forma di maltrattamento psicologico e comporta conseguenze a livello emotivo, cognitivo, fisico e relazionale con stati di profonda sofferenza psicologica che si possono protrarre anche nella vita adulta. L'aspetto piu' pericoloso e' che da essa i bambini imparano la normalita' della violenza: l'affetto puo' essere associato alla sopraffazione, all'offesa, all'aggressione, apprendendo la legittimita' della violenza", commenta Anna Ancona, presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna.
La violenza domestica interferisce sulla relazione genitori-figli, "snaturando la genitorialita' e le capacita' educative-relazionali sia della madre che del padre, con gravi ricadute sui bambini e ragazzi. Nei rapporti familiari alterati viene compromessa la 'base sicura' che dovrebbe essere garantita da una adeguata genitorialita', e il figlio rischia di vivere in uno stato di costante angoscia e profondo malessere. La convivenza per tempi medi o lunghi con situazioni di maltrattamento psicologico o fisico puo' provocare nelle vittime - dirette e indirette - una condizione di destrutturazione psicologica e di grande sofferenza- si legge nel comunicato- in cui i confini tra giusto e sbagliato, legittimo e illegittimo, diventano labili, con alterazione della capacita' di pensiero e di scelta autonoma.
Lo stato emotivo dei ragazzi che assistono alle violenze puo' essere connotato da ansia, fobie e problemi psicofisici vari tipici del disturbo post-traumatico da stress. Occorre monitorarne i segnali di disagio (tra cui, ad esempio, disturbi del sonno, irritabilita' e cefalee) per verificarne tempestivamente l'origine e tutelare i minori, anche con interventi mirati di tipo psicoterapeutico".
Purtroppo nelle situazioni di violenza psicologica intrafamiliare "puo' essere molto difficile per il genitore vittima riconoscere i danni causati anche ai figli, in particolare se tale violenza e' negata, non riconosciuta o sottovalutata da chi la subisce, come spesso accade quando si stabilisce come modalita' relazionale prevalente all'interno della coppia o della famiglia. È quindi fondamentale che i professionisti che entrano in contatto con bambini e adolescenti - come pediatri, insegnanti ed educatori - sappiano 'captare' i segnali di disagio e i comportamenti inusuali che possono essere spia di un malessere, inviandoli a psicologi e psicoterapeuti competenti nell'eta' dello sviluppo per una valutazione approfondita. Anche gli altri adulti di riferimento non devono sottovalutare i rischi che la violenza assistita puo' causare nei ragazzi, cercando di intervenire precocemente, eventualmente chiedendo un supporto specialistico. Per queste ragioni e' di primaria importanza che gli operatori del settore siano specificamente formati per intercettare e riconoscere tali situazioni anche quando la richiesta di aiuto- concludono gli psicologi dell'Emilia Romagna- e' mascherata da altre motivazioni o perviene su segnalazione di terzi".
(Wel/ Dire)