StupendaMente Onlus porta esperienze concrete per farla riconoscere
Roma, 5 giu. - "Ho lavorato per tanti anni con i pazienti psichiatrici attraverso l'Arte Terapia e posso testimoniare che e' uno strumento che funziona, sebbene sia ancora troppo poco valutato all'interno delle istituzioni". Lo racconta alla Dire Grazia Pernice, un'artista, arte terapeuta e socia dell'associazione 'StupendaMente', che ha promosso lo scorso primo giugno il convegno 'L'Arte che In-forma e Tra-sforma' a Palermo.
"Con questo convegno- continua l'artista- vogliamo valorizzare l'Arte Terapia quale strumento valido soprattutto nella cura dei pazienti psichiatrici. Vogliamo presentarlo da un punto di vista scientifico per prendere in considerazione l'inserimento dell'arte terapeuta all'interno delle istituzioni quale figura stabile come possa essere quella dello psicologo".
Hanno preso parte alla giornata esponenti di diversa formazione: psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, artisti, arte terapeuti e un magistrato aspirante artista. Testimonianze importanti per sottolineare che l'arte di per se' ha una valenza catartica, ma "l'Arte Terapia ha in piu' una valenza terapeutica", spiega Pernice. "Insieme al terapeuta il paziente si puo' permettere non solo di scaricare le sue tensioni, ma da' vita a un lavoro costruttivo. Il terapeuta riesce a cogliere quello che il paziente sta raccontando in quel momento". Dunque, l'Arte Terapia non ha solo una significato puramente funzionale a uno svuotamento di emozioni, punta piuttosto sulla ricostruzione. "Per esempio- aggiunge la socia di StupendaMente- a un paziente ansioso non potremmo mai dare un acquarello, perche' questo materiale non ha in se' delle proprieta' tali da contenere l'ansia. Diversamente a un paziente agitato, quale puo' essere uno schizofrenico in un contesto protetto, si propone un materiale rigido come la pietra o il marmo. La sua potenzialita' distruttiva diventa costruttiva nel momento in cui sfoga su di essa la sua rabbia, che diventa un oggetto, un qualcosa".
Una sessione del convegno e' stata, inoltre, dedicata all'autismo con gli interventi di Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) sul tema de 'Il processo artistico tra patologia e tipologia', e di Vanni Quadrio, artista, arte terapeuta e psicologo, su 'Le superfici d'incontro autistico/artistico'.
"Nell'autismo lavoriamo con gli strumenti che ci danno i pazienti- afferma Pernice- Quadrio ha portato l'esperienza vissuta con un paziente autistico, che manifestava le sue emozioni unicamente attraverso la bava. Ipersalivava e non parlava. Hanno cosi' iniziato a lavorare dalla sua bava, mettendola su un foglio e dando il via una relazione".
Chiaramente il lavoro dell'arte terapeuta varia in base alle malattie che incontra. "Dal bipolare allo schizofrenico all'autistico gli obiettivi terapeutici sono diversi". Di certo tutti i pazienti che praticano l'Arte Terapia migliorano.
"Questo convegno ha voluto sottolineare l'importanza di un concetto fondamentale- ribadisce Pernice- prima i pazienti si parcheggiavano nei laboratori di ceramica per impegnarli un paio d'ore, l'arte terapeuta ha invece reso costruttivo e dinamico questo parcheggio. Ho lavorato per molti anni in un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dove si accolgono i pazienti in fase acuta. Li', per esempio, ci sono i pazienti che hanno tentato il suicidio e che rifiutano di parlare, ma spesso disegnano. Viene meno il disagio della parola laddove la comunicazione non verbale ha una potenza intrinseca anche attraverso i materiali. Ogni materiale ha una potenzialita' diversa". Il convegno promosso da StupendaMente Onlus ha fatto infine chiarezza su certe confusioni: "Spesso il prodotto del paziente viene definito opera d'arte- conclude l'arte terapeuta- ma a noi interessa il processo e non il prodotto finale".
(Wel/ Dire)