Dal 7 giugno un nuovo progetto: Equine-facilitated psychotherapy
Roma, 5 giu. - L'Asl Roma 4 e' all'avanguardia nell'ambito degli interventi assistiti con gli animali (IAA). 'È l'unica Asl nel Lazio ad essere autorizzata dalla Regione per la formazione nel campo specifico degli IAA con i big five: cavallo, cane, coniglio, gatto e asino'. Lo fa sapere alla Dire Giuseppe Quintavalle, direttore generale della Asl Roma 4.
'I corsi di formazione hanno adesioni altissime. È presente un gruppo di colleghi che a vario titolo- spiega il direttore- concorrono a lavorare, spiegare e formare sul rapporto con l'animale in un contesto di natura psicologia, motivazionale e di umanizzazione'.
Il dirigente psichiatra e medico responsabile dei progetti di Terapia Assistita con gli Animali della Asl Roma 4 e' Stefano Seripa. 'Abbiamo iniziato le attivita' di riabilitazione equestre nel 2008 e da circa dieci anni le svolgiamo grazie al patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia. I destinatari sono soprattutto pazienti giovani con disturbi psicotici gravi- sottolinea lo psichiatra- siamo orientati nel trattamento degli esordi. Parlo di ragazzi che hanno da pochissimo tempo la malattia, oppure giovani in fasi prodromiche che possono risentire positivamente degli interventi riabilitativi precoci. Il nostro e' un modello di lavoro originale e unico nel panorama nazionale- afferma Seripa- abbiamo condotto studi multicentrici con delle strutture in Liguria ed Emilia Romagna e i dati sono stati pubblicati anche dall'Istituto superiore di Sanita''.
Quest'anno l'Asl Roma 4 sta partendo con un nuovo progetto: l'intervento Equine-facilitated psychotherapy (Efp). 'Sono dei percorsi psicoterapici che utilizzano le attivita' di equitazione come contesto stimolo per lavorare sulle problematiche dei pazienti. I destinatari sono sempre giovani dai 18 ai 24 anni che non hanno sviluppato ancora una malattia conclamata, ma sono ad alto rischio di passare in una fase di malattia acuta. Alcuni hanno gia' avuto un esordio poi rientrato, vogliamo evitare le ricadute nel tempo. L'elemento innovativo- sottolinea Seripa- e' il tipo di approccio psicoterapico che utilizziamo: la terapia cognitiva post-razionalista. Lo utilizzeremo per la prima volta nell'ambito della gestione dei gruppi e ci siamo rivolti alle scuole di psicoterapia per essere supportati dai supervisori.
Questo approccio non si occupa di comportamentismo puro, ma di approfondire i meccanismi di costruzione dell'identita' personale in relazione ai modelli appresi nei contesti familiari. In questo senso e' molto piu' vicino alla psicologia del profondo e molto lontano da un modello comportamentale puro. Il primo gruppo di lavoro partira' il 7 giugno'.
Nell'ambito della pet therapy e della salute mentale l'Asl Roma 4 ha lavorato soprattutto con interventi di riabilitazione equestre destinati a pazienti con disturbi psicotici e schizofrenici con modelli di intervento di gruppo, e a soggetti con disturbi dello spettro autistico, sia minorenni che maggiorenni, trattati prevalentemente in setting individuali.
'Abbiamo realizzato degli interventi di riabilitazione equestre anche in pazienti psichiatrici che non erano di provenienza territoriale, ma di ambito residenziale, inseriti nella comunita' terapeutica 'Il Melograno' di Bracciano. Fino a poco tempo fa sono state gestite pure le attivita' con gli asinelli (l'onoterapia) da parte del servizio di Salute mentale dei minori nell'ambito della neuropsichiatria infantile', precisa lo psichiatra alla Dire.
Seripa ha avuto il riconoscimento da parte del ministero della Salute e del Centro di referenza nazionale per le pet therapy come responsabile di progetto e coadiutore dell'animale. 'Le attivita' con il cavallo rappresentano una cornice operativa nella quale si possono inserire tutti i modelli moderni di trattamento riabilitativo. Dai percorsi di Cognitive Remediation Therapy agli interventi cognitivi strutturati e ai social skill training. In questi anni abbiamo attivato dei rapporti di convenzione e collaborazione con le universita'. Abbiamo lavorato con il dipartimento di Psichiatria dell'Universita' Tor Vergata, nel corso di laurea di Tecnico della riabilitazione psichiatrica, e stiamo portando a termine con la facolta' di Psichiatria dell'Universita' dell'Ospedale Sant'Andrea un'indagine epidemiologica su tutti i pazienti seguiti in questi anni, per valutare l'efficacia del trattamento in termini di prevenzione delle ricadute e della stabilizzazione dei risultati. A breve arriveranno i dati- precisa il medico- ma in via preliminare possiamo dire che la riduzione degli indici di ricovero e di ricaduta e' nettissima. È evidente il miglioramento in termini delle riduzioni dei ricoveri e delle ricadute, ed e' elevato il numero dei reinserimenti lavorativi e della ripresa di un funzionamento generale positivo'.
Il successo dipende da molteplici fattori: 'È un contesto che permette di ottimizzare le funzioni specifiche garantite dai protocolli di trattamento standard. Fare un intervento di Cognitive Remediation all'interno di un'attivita' di equitazione amplifica l'azione di questi interventi- spiega l'esperto- perche' sono privi di effetto stigma, avvengono in contesti demedicalizzati, hanno un'altissima partecipazione emozionale e comportano un'alta motivazione dei pazienti. Il mondo dell'equitazione si presta molto agli inserimenti lavorativi e a definire dei contesti d'integrazione sociale non premeditati, legati proprio alla tipologia delle relazioni che si istituiscono'.
Con il cavallo c'e' una relazione specifica. 'Il cavallo e' una preda- chiosa Seripa- noi siamo abituati ad avere rapporti strutturati con gli animali predatori come noi (il cane e il gatto). Riuscire a stabilire una relazione efficace in termini psicologici ed emotivi con un animale che ha uno stile di pensiero completamente diverso dal nostro, impone un approccio meta cognitivo. Questa funzione e' alterata nel paziente psicotico e l'essere costretti ad adottare un approccio metacognitivo per poter avere una relazione efficace con l'animale cavallo comporta un lavoro riabilitativo spontaneo, che permette di stabilizzare ulteriormente i risultati'.
Inizialmente la durata del trattamento variava dai 6 agli 8 mesi, una volta la settimana con circa quattro ore di attivita' per ogni mattina di lavoro. L'ultimo progetto e' stato modulato, invece, su 16 incontri per 4 mesi. 'Non e' una semplice lezione di equitazione, c'e' tutta una fase di preparazione del cavallo- continua il medico- poi c'e' il rapporto a terra con l'animale, vengono spiegati il funzionamento e le caratteristiche etologiche del cavallo. Infine, e' previsto un momento di restituzione di quello che e' avvenuto nella giornata'.
L'obiettivo e' riuscire a 'confrontarsi con il timore che l'animale pone per comprendere come la conoscenza profonda del funzionamento biomeccanico ed etologico del cavallo consenta di gestire la relazione con l'animale in termini di estrema facilita''. Non si punta alla performance in senso sportivo, 'ma alla fine del percorso posso confermare che tutti sanno gestire in sicurezza il cavallo, lo sanno preparare, sellare, montare e fare il passo e il trotto in maniera adeguata'.
L'equipe di lavoro deve essere integrata. 'C'e' un medico responsabile di progetto con il compito di valutare l'ammissibilita' del paziente, se esistono indicazioni e controindicazioni, l'individualizzazione degli obiettivi di lavoro e gli strumenti di misura. Usiamo test psicometrici sulla funzionalita' neurocognitiva, sul livello di funzionamento generale e sugli indici di tipo psicopatologico. Adoperiamo un sistema di misura e valutazione degli esiti come se stessimo trattando una terapia farmacologica. Nell'equipe deve esserci l'operatore specifico dell'animale (il coadiutore dell'animale), inserito e impiegato all'interno dei percorsi assistiti; il veterinario esperto in interventi assistiti, per garantire la salute e il benessere dell'animale; e le figure sanitarie, che nel nostro caso sono i tecnici della riabilitazione psichiatrica, gli infermieri e gli psicologi, tutti con una formazione specifica'.
Infine, passando all'hospice, l'Asl Roma 4 sta elaborando un nuovo progetto: 'Stiamo pesando alla possibilita' di impiegare animali differenti, come il coniglio e il cane. La funzione rientra nel grande novero della medicina palliativa. Non dobbiamo individuare dei percorsi di cura o di riabilitazione- chiarisce lo psichiatra- ma alleviare i pazienti da un punto di vista psicologico, del tono dell'umore e aiutarli ad integrarsi nella socialita' con gli altri. Abbiamo anche previsto che i pazienti potranno portare i loro animali e fare un percorso con la presenza del loro animale all'interno della struttura dell'hospice. L'azienda si sta muovendo- conclude Seripa- per definire percorsi che consentano la visita dei propri pet non solo nell'hospice ma anche nell'ospedale generale'.
(Wel/ Dire)