Psy+ punta su empowerment comunita' con progetto 'Ricostruiamo le persone'
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 30 gen. - Dal 25 agosto al 15 settembre 2016 l'associazione di psicologia e cooperazione Psy+ Onlus ha attuato 305 interventi di supporto individuale e gruppale indirizzati alle popolazioni terremotate dell'Italia centrale e agli operatori. Successivamente, da marzo 2017 ad oggi, con il contributo di Mediafriends Onlus e in partnership con Intersos, ha dato vita al progetto 'Ricostruiamo le persone', totalizzando 1.139 interventi di aiuto complessivi.
"Diciassette mesi fa insieme ai professionisti dell'organizzazione umanitaria Intersos abbiamo affrontato il cosiddetto 'momento caldo': la prima fase di intervento e valutazione nelle zone colpite dal sisma in Italia Centrale.
Abbiamo subito organizzato spazi aggregativi nelle tendopoli ed aree 'child friendly' per permettere a tutti gli operatori di conoscere le popolazioni, ascoltarle e far emergere le loro esperienze traumatiche, cosi' da poterle fluidificare ed elaborare". A parlare alla Dire e' Arianna Sirolli, psicologa psicoterapeuta e referente dell'area Formazione Scientifico-psicologica di Psy+ Onlus, in occasione del convegno 'Catastrofi ed emergenze psicosociali' alla Regione Lazio.
Nel tempo la Onlus e' venuta quindi definendo una vera e propria prassi operativa, con procedure di briefing e debriefing, un diario di bordo e uno sportello di ascolto individualizzato. "Lo scorso marzo- continua Sirolli- la popolazione e' stata spostata dalle tendopoli agli alberghi e noi abbiamo iniziato a lavorare in rete con le realta' del terzo settore per garantire la continuita' del sostegno psicologico e rendere la popolazione sempre piu' resiliente".
A San Benedetto del Tronto, ad esempio, sono state seguite due linee di intervento: il monitoraggio negli alberghi e uno sportello di ascolto psicologico fisso. "In questa prima fase di accoglienza abbiamo avuto 314 persone sfollate, di cui 284 provenivano dal Lazio. A marzo e' dunque partito il progetto 'Ricostruiamo le persone' per accompagnare i cittadini nel reinserimento antropologico e culturale".
Con il progetto 'Ricostruiamo le persone', finanziato da Mediafriends Onlus, Intersos e' rientrata sul campo al fianco di Psy+ Onlus. "Abbiamo potenziato l'equipe, mantenuto lo sportello di supporto psicologico, istituito i laboratori artistico-espressivi rivolti ai minori (di musica , fotografia, riuso creativo ed espressione corporea) e fidelizzato ed istituito un'unita' mobile affinche' siano raggiunte dall'intervento anche quelle popolazioni dislocate lontano dai contesti aggregativi provvisori", precisa Sirolli alla Dire.
L'obiettivo e' l'empowerment di comunita'. "Per incentivarlo sono stati proposti eventi ricreativi per la popolazione e gruppi di mindfulness per gli operatori della protezione civile. Da qui la necessita' di organizzare un convegno- spiega la psicoterapeuta- quale occasione di raccordo tra le istituzioni, le organizzazioni di protezione civile e le organizzazioni umanitarie che svolgono un ruolo fondamentale nei servizi di supporto alle popolazioni colpite dagli eventi traumatici".
Ritornare nei propri luoghi "significa ridare dignita', competenza e azione alle popolazioni colpite dal sisma- prosegue la psicologa- che, dopo una prima fase di accudimento, devono riprendere in mano la loro situazione". Da qui i progetti 'Cucine al centro', per riscoprire le specificita' culinarie; 'Accumuli in gomitolo', che ha permesso a molte donne di realizzare maglioni, sciarpe e altro; il campo estivo per la rinascita di Accumuli; attivita' ricreative; laboratori per i bambini; spazi giochi; attivita' sportive; il servizio mensa e la navetta.
I numeri di 'Ricostruiamo le persone'. "Da marzo 2017 ad oggi abbiamo avuto 409 accessi individuali e familiari allo sportello psicologico. L'unita' mobile ha preso in carico 513 chiamate, mentre per l'empowerment di comunita' sono stati attivati 46 interventi- precisa Sirolli- i laboratori hanno avuto 75 ingressi, il campo estivo 66 ingressi e i servizi psicopedagogici 30".
Le popolazioni che subiscono una catastrofe possono sviluppare un disturbo da stress post traumatico, la cui sintomatologia puo' variare da inviduo a individuo. Puo' essere caratterizzata da una difficolta' nel sonno,flash back, iperattivazione e un aumento della sensibilita' percettiva.
Cio' che, pero', il convegno sembra rilevare e' che "l'elaborazione di uno stress traumatico- continua la responsabile dell'Area Formazione Scientifico-psicologica di Psy+ Onlus- possa variare a seconda che le cause che abbiano provocato la catastrofe siano state naturali oppure originate da una mediazione umana. L'impatto e' differente sia in termini di durata che di intensita'. La catastrofe naturale (sisma, inondazioni, ecc.) turba l'aspetto identitario e comunitario della popolazione che ha un attaccamento al luogo. Dopo il sisma- continua la psicoterapeuta- si creano delle realta' paradosso: i punti di aggregazione (chiese, piazze, panchine) vengono sradicati e a loro subentrano i 'non luoghi'. Quei luoghi sterili dove non c'e' storia- sottolinea Sirolli- e che diventano luoghi di passaggio (centri commerciali o gli alberghi degli sfollati). In suddetti spazi e' molto importante ricreare situazioni di dialogo- consiglia l'esperta- che possano sostenere da subito l'aspetto di identita' sociale".
Nelle catastrofi a mediazione umana "l'evoluzione e l'elaborazione del trauma e', invece, differente perche' l'aspetto emotivo e l'attivazione dell'arousal vengono dirette verso un colpevole. Il sisma non ha colpevoli, paradossalmente ha una solubilita' piu' lenta ma anche piu' integrativa a livello di identita'. La catastrofe a mediazione umana potrebbe, quindi, avere un impatto disgregante nel singolo individuo".
In ogni caso, il dispiegamento degli interventi umanitari e psicosociali "deve necessariamente rispondere alle specificita' di ogni collettivita', garantendo da subito un primo soccorso psicologico e successivamente un lavoro di raccordo con i servizi territoriali (sanitari e psicosociali, pubblici e afferenti al privato sociale) per contenere l'impatto traumatico e favorire- conclude Sirolli- il recupero delle capacita' reattive della popolazione attraverso l'empowerment di comunita'".
(Wel/ Dire)