La ludopatia e' a tutti gli effetti una forma di dipendenza
Roma, 20 feb. - "Sono 6.234 i milioni di euro che emiliani e romagnoli hanno riversato nel gioco d'azzardo nel 2016. Secondo gli ultimi dati del Libro Blu dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che tiene conto soltanto dei punti vendita fisici, lasciando da parte, quindi, la crescente fetta di spese di questo tipo fatta su internet, tale e' quella che viene tecnicamente chiamata "raccolta", in crescita di poco meno del 5% sull'anno precedente (5.994 milioni di euro nel 2015). Si contano in regione quasi 1.400 persone seguite dai servizi per dipendenza patologica da gioco d'azzardo in Emilia-Romagna: nel 2016 sono state 1.382, un incremento notevole se confrontato con le 512 persone trattate nel 2010". Lo fa sapere l'Ordine degli psicologi dell'Emilia Romagna, ricordando che "sul sito della Regione sono presenti alcuni suggerimenti su come cercare di evitare che il gioco responsabile sfoci nella patologia, tramite strategie preventive mirate. Tra queste regole figurano il porre limiti di tempo e denaro da dedicare all'azzardo, non giocare in situazioni di stress emotivo, non accostare alcol e droga al gioco".
L'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna precisa che il "giocatore patologico e' caratterizzato dalla compulsione al gioco, che non riesce a limitare, mentre il giocatore comune e' capace di restringere il gioco a specifici ambiti e momenti.
Mentre normalmente si e' in grado di riconoscere le situazioni di rischio troppo elevato e limitarsi di conseguenza, un ludopatico non riesce a fermarsi perche' sospinto da un impulso irrefrenabile che lo induce a indirizzare le energie, l'attenzione e i pensieri quasi esclusivamente a questa attivita' senza alcuna consapevolezza delle conseguenze del suo agire".
L'Ordine sottolinea, inoltre, come "la ludopatia sia a tutti gli effetti una forma di dipendenza, che puo' attecchire piu' facilmente sui soggetti fragili, come giovani, anziani e persone in difficolta' economiche, affettive e/o psicologiche. Situazioni particolari che possono provocare sentimenti di smarrimento e vuoto - come ad esempio abbandoni, lutti, perdita del lavoro - possono favorire la dipendenza perche' la persona puo' tendere a compensare il proprio stato di sofferenza ricercando emozioni forti tipiche del gioco d'azzardo. Anche se, tendenzialmente, i giocatori patologici tendono a giocare per alleviare stati di malessere psicologico spesso preesistenti al disturbo ludopatico. L'individuazione delle cause puo' essere uno strumento importante per risolvere il problema: sentimenti di impotenza, disistima, ansia e depressione derivanti da problematiche personali o relazionali possono essere alla radice dell'abuso del gioco d'azzardo. Vogliamo evidenziare- aggiungono gli psicologi dell'Emilia Romagna- che i dati a nostra disposizione sulle somme investite nel gioco d'azzardo al momento non tengono conto dell'uso dei numerosi portali dedicati alle scommesse presenti su internet. Il fenomeno del gioco on-line, invece, e' sempre piu' diffuso e puo' essere estremamente pericoloso proprio perche' effettuato nell'isolamento della propria casa, dove la sala da gioco virtuale e' sempre a disposizione. Questo tipo di contesto, quindi, accentua il rischio che il gioco d'azzardo diventi compulsivo e sempre piu' frequente".
Come per le altre dipendenze e' comunque possibile curarsi e uscire dalla spirale distruttiva. "La cura del gioco d'azzardo patologico si puo' avvalere di una equipe di specialisti formata da psicologi, medici, assistenti sociali, educatori e infermieri. È importante notare come l'esperienza clinica abbia dimostrato che il trattamento dello stadio acuto e la prevenzione delle ricadute sono piu' efficaci quando si sommano due o piu' tipologie di intervento, come la psicoterapia, l'uso di farmaci e inserimenti in comunita' terapeutiche. Come nel trattamento delle altre forme di dipendenza- concludono- puo' essere richiesto il coinvolgimento della famiglia o della coppia: le relazioni fungono da rete protettiva per la persona in cura che si sente sostenuta in un momento particolarmente difficoltoso da un punto di vista psicologico".
(Wel/ Dire)