Pacitto (Sine) indaga su diverse caratteristiche cerebrali uomo/donna
Roma, 18 dic. - "Un recente studio dell'universita' di Cambridge condotto su 670mila persone, sottoposte a vari test online, ha rivelato come le donne siano piu' empatiche, piu' interessate alle emozioni e alle persone rispetto agli uomini. Questi ultimi sembrerebbero essere piu' razionali, piu' interessati ai fatti e ai meccanismi tecnologici, cosa che fa il paio con la vecchia idea, ormai disconfermata dalla ricerca, che le donne non avrebbero attitudine per le scienze matematiche. Nulla di nuovo rispetto al pregiudizio diffuso nella psicologia del senso comune". Inizia cosi' il contributo per DireDonne di Maria Felice Pacitto, presidente della Sine (Societa' italiana di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze) e membro del Comitato.
"Semplicemente, adesso, se ne avrebbe la conferma attraverso uno studio (non il primo) molto vasto, anche se non indenne da critiche e perplessita'. La prima- spiega Pacitto- e' che gli studi su vasti numeri colgono delle linee generali di comportamento, ma non prendono in considerazione i casi che presentano situazioni difformi. Ma perche' le donne sono empatiche e i maschi razionali? Perche' siamo cosi' diversi? E se lo siamo perche' lo siamo? Quali sono le diverse caratteristiche cerebrali che determinano tali differenze? Esistono differenze innate? Domande che rimandano ad altre non nuove, tra cui quella 'classica': le donne sono, biologicamente, meno intelligenti dei maschi?" "La cosa, com'e' noto- ricorda Pacitto- ebbe inizio con Pitagora e Platone: la donna fuori dalla teoresi, dal pensiero razionale, logico, e' la caratteristica della condizione della donna nella civilta' occidentale e attraversa l'intero pensiero occidentale fino alla fine dell'800. E' solo con l'inizio del '900 che le donne cominciarono a rivendicare la loro soggettivita' ed il diritto di poter pensare e produrre un nuovo modo di rappresentare se stesse, al di fuori delle logiche maschili".
"La discriminazione delle donne- precisa Pacitto- assunse forma scientifica con Paul Broca (1824-1880), clinico-patologo, il quale trovo', dopo aver condotto autopsie su soggetti maschili e femminili, che il cervello delle donne pesava 181 grammi in meno rispetto a quello dei maschi. Dedusse che da questa sorta di inferiorita' biologica derivava una inferiorita' intellettuale. L'idea di una minore intelligenza delle donne, dovuta ad una differenza di volume, e' stata accettata durante l'intero secolo scorso ed e' ancora dura da eliminare e non solo nel pensiero comune, anche se la ricerca scientifica ha smantellato questo pregiudizio. Ed ora, se le donne sono piu' empatiche dei maschi, non sarebbe questa l'ulteriore conferma che sono piu' adatte al lavoro di cura della famiglia rispetto ai maschi, piu' razionali e, dunque, piu' versati nei lavori intellettuali, professionalmente e socialmente piu' appetibili? E' facile- evidenzia l'autrice- la strumentalizzazione della ricerca nel senso della tradizionale discriminazione di genere".
Continua Pacitto: "E' vero, il cervello delle donne e' diverso da quello dei maschi: per il volume - che non influenza l'intelligenza - e per alcune caratteristiche strutturali. Gli uomini avrebbero piu' sostanza grigia nelle zone occipito-temporali, nel tronco cerebrale e nel cervelletto, mentre le donne avrebbero piu' sostanza grigia nel sistema limbico e nella corteccia del cingolo, zone, appunto, coinvolte nelle emozioni. Sappiamo anche- spiega la presidente della societa' neuroetica- che alcune aeree sono morfologicamente diverse, come il nucleo soprachiasmatico che regola i ritmi cicardiani. Inoltre, le donne presentano molte connessioni tra i due emisferi cerebrali, mentre i maschi presentano piu' connessioni all'interno di ciascun emisfero. Ma sarebbe difficile provare che a tali differenze neuronali corrispondano differenze comportamentali. In questo ambito- prosegue ancora Pacitto- occorre molta cautela come in tutta la ricerca neuroscientifica collegata al comportamento".
Queste differenze cerebrali a che cosa sarebbero dovute? Ad una natura specificamente femminile e maschile? "Al mondo non esistono due cervelli uguali, neanche quelli dei gemelli lo sono- sottolinea Pacitto- per il semplice motivo che il cervello si sviluppa in stretta relazione con l'ambiente. Il nostro cervello-mente e' il risultato delle nostre esperienze di vita, sempre diverse ed uniche per ciascuno di noi. E' lo stesso motivo per cui esistono differenze tra i cervelli maschili. Il cervello di un matematico e' diverso da quello di un tassista, come dimostra una ricerca dell'University College London (2013), ormai un classico, sviluppata a Londra su un consistente numero di tassisti. Questi presentavano, grazie alla tipologia del lavoro che li portava a memorizzare percorsi e mappe stradali, un accentuato sviluppo della regione posteriore dell'ippocampo rispetto al gruppo di controllo costituito da non autisti di taxi. Dunque, ritornando alla nostra questione, cioe' se le donne siano piu' empatiche per una loro diversa biologia neurale, e' presumibile- sottolinea- che la divisione del lavoro e delle competenze fin dall'inizio dell'umanita' (le donne venivano deputate al lavoro di cura ed accudimento mentre ai maschi si richiedevano funzioni di difesa e produzione) sia andata a rinforzare e a sovrapporsi a quella attitudine materna veicolata da neurormoni, quali l'ossitocina e la vasopressina, dando luogo all'attivazione di circuiti collegati con i meccanismi empatici. Circuiti che- spiega- secondo un'ottica darwinista, sarebbero stati evoluzionisticamente selezionati perche' utili alla sopravvivenza e sarebbero rimasti stabili nel corredo neurale delle donne".
"Ma- chiarisce Pacitto- ammesso che le donne abbiano una maggiore predisposizione all'empatia, questa non agisce in automatico perche', per l'intrinseca plasticita' cerebrale, questa potrebbe essere depressa da condizioni ambientali non favorevoli, in primis la mancanza di cure materne durante l'infanzia. Allo stesso modo, e' probabile che il dedicarsi alle funzioni di cura potrebbe attivare in un soggetto maschile comportamenti empatici con i relativi correlati neurali. Come pure donne dedite ad attivita' scientifiche sviluppano competenze cognitive specifiche con una sollecitazione dei corrispettivi correlati neuronali. Ritorniamo dunque a quella ormai nota plasticita' cerebrale (Kandel), la quale ci dice che esistono cervelli culturalmente e socialmente plasmati dalle funzioni e dai compiti attribuiti ai diversi generi in una determinata cultura. La' dove la polarita' delle funzioni maschili e femminili e' molto ampia- conclude- le differenze delle attitudini, ed evidentemente i correlati neurali, sono inevitabilmente piu' accentuate".
(Wel/ Dire)