Roma, 17 apr. - L'autosvezzamento e' una modalita' relativamente recente per l'alimentazione complementare del bambino e prevede che, a partire dal sesto o settimo mese di vita, il piccolo possa partecipare al pasto della famiglia e decidere cosa e quanto mangiare, oltre al latte materno o artificiale. Addio quindi all'approccio tradizionale orientato alla preparazione di minestrine e pappette specifiche, dal 2005 nasce e si diffonde il 'Baby led weaning' (svezzamento deciso dal bambino).
"A livello ufficiale l'Organizzazione mondiale della sanita' non supporta la strategia dell'autosvezzamento. In realta' i primi paesi che l'adottarono furono il Regno Unito e l'Irlanda se non sbaglio, ma adesso si sta diffondendo in tutti i paesi europei. I dati mostrano che non ci sono dei vantaggi importanti, ma non ci sono neanche degli svantaggi. È importante pero' garantire che l'apporto nutrizionale sia adeguato", spiega alla Dire Francesco Macri', professore aggregato di Pediatria dell'Universita' La Sapienza di Roma, membro del consiglio direttivo della Sip (Societa' italiana di pediatria) e vicepresidente della Siomi (Societa' italiana di omeopatia e medicina integrata).
L'obiettivo dell'autosvezzamento e' "migliorare le dinamiche di relazione all'interno della famiglia, migliorare lo sviluppo dei gusti del bambino, che scegliendo in modo autonomo cosa mangiare puo' sviluppare i gusti in modo diversificato rispetto al piccolo che mangia solo le pappette". Questa pratica, prosegue Macri', "riduce inoltre l'ansia materna nei confronti del processo dello svezzamento". È emerso anche "il dato suggestivo che i bambini alimentati con l'autosvezzamento avessero minor rischio di obesita' negli anni successivi. Effettivamente, ci sono dei lavori che mostrano che questi bambini hanno un peso inferiore rispetto a quelli svezzati in modo tradizionale". Il professore precisa che "i dati di letteratura in proposito non sono abbondanti e non sono neanche univoci. Non ci sono delle conclusioni- afferma il pediatra- ma sappiamo che questa scelta e' maggiormente diffusa tra le famiglie con un piu' elevato livello socioculturale".
Gli inconvenienti dell'autosvezzamento possono esserci "sul rischio di soffocamento, se il bambino prende cibi solidi e li manda giu' senza che siano stati frammentati o frullati".
Macri' ricorda di fare attenzione su alcuni aspetti legati ai valori nutrizionali: "Sembra che il bambino che segua l'autosvezzamento prediliga i carboidrati e questo puo' far emergere il rischio che ci sia un apporto calorico ridotto. Si e', ad esempio, segnalata una mancanza di ferro". Per sopperire a tale carenza e' nata una variante della Baby led weaning che si chiama Bliss (Baby-Led Introduction to Solids), in cui nel pasto scelto dal bambino viene aggiunto ogni giorno un alimento piu' ricco in ferro".
Sebbene l'autosvezzamento possa partire dal sesto, settimo mese, in realta' bisogna partire prima: "E' necessaria una fase di arruolamento. Il bambino deve essere messo a tavola con la famiglia, con i genitori, in modo che veda ed apprenda come si usano gli utensili (in questo caso il cucchiaio). Una volta che il bambino abbia appreso l'uso per imitazione- chiosa il pediatra- gli si consente di partecipare in modo autonomo". L'autosvezzamento divide a meta' i pediatri italiani: "C'e' un atteggiamento di confronto tra la pediatria tradizionale e quella innovativa- conclude Macri'- potrei dire al 50%".
(Wel/ Dire)