Cinque: Per rivendicare alla pedagogia speciale un ruolo non medicalizzato
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 set. - "Le docenze dell'IdO ci hanno offerto una visione innovativa e transdisciplinare per una didattica inclusiva a 360 gradi, rivolta a tutti i bambini con bisogni educativi speciali". Lo testimonia Maria Cinque, direttrice del Master in 'Didattica e psicopedagogia degli alunni con disturbi dello spettro autistico' presso l'Universita' Lumsa, commentando la lettera di Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), pubblicata sul sito www.ortofonologia.it.
Nell'ambito del master, l'IdO ha svolto con "competenza e professionalita' le docenze per moduli molto specifici- sottolinea il direttore- sulla parte psicologica, neuropsichiatrica, le strategie didattiche nell'infanzia - in particolare nel passaggio dalla scuola dell'Infanzia alla Primaria - e, infine, sugli sviluppi piu' avanzati della ricerca". I circa 80 insegnanti che hanno preso parte al master "hanno testimoniato un processo trasformativo grazie alla frequentazione del corso. Una presa di consapevolezza di quello che gia' facevano e l'acquisizione di nuove strategie didattiche. Tutti i docenti hanno, infatti, beneficiato dello sguardo molto aperto dell'IdO- fa sapere Cinque- non solo agli approcci diversi, ma a tutta la rete famiglia-scuola-terapia che, grazie alle competenze diverse e complementari, rende maggiormente ricco l'ambiente intorno al bambino con disturbi dello spettro autistico. L'IdO ci ha illustrato le diverse stagioni dell'autismo: la stagione psicoanalitica, la stagione cognitivo comportamentale e, infine, le recenti scoperte delle neuroscienze che stimolano ad esplorare nuovi ambiti di ricerca".
L'obiettivo che il Master ha perseguito, grazie alla collaborazione con gli esperti dell'IdO, e' stato quello di "rivendicare alla pedagogia speciale un ruolo non medicalizzato/medicalizzante, volto a non confondere il ruolo dei docenti con quello di altre figure professionali. L'insegnante deve saper accompagnare il bambino nel suo percorso di crescita, facendo leva sulle sue abilita' e non sulle sue disabilita'".
Come docente di Didattica e Pedagogia speciale "posso riferire alcuni dei dubbi che gli insegnanti esprimono quando si trovano di fronte a bambini con disturbi dello spettro autistico. Ci chiedevano, ad esempio, 'Devo usare lo stesso metodo che si usa nel servizio riabilitativo? Io non sono un tecnico ABA, come posso aiutare questo bambino? Perche' quello che ha funzionato con lo studente che seguivo l'anno scorso, non funziona con quello che ho quest'anno? Esiste un approccio unico vincente? Dal punto di vista didattico, come faccio a utilizzare un approccio che vada bene sia per il bambino con disturbi dello spettro autistico sia per gli altri alunni? Il bambino deve restare sempre in classe oppure e' meglio che vada nella stanza del sostegno?'. Questi sono solo alcune delle domande degli insegnanti che, ovviamente, non sono psicologi, ne' esperti- chiarisce la direttrice del Master Lumsa- ma che si trovano ad accompagnare il bambino con disturbi dello spettro autistico nella vita di tutti i giorni. È necessario che sappiano che esistono vari approcci al trattamento ma, soprattutto, che conoscano e imparino ad utilizzare diverse strategie didattiche per includere al meglio tutti i bambini, normodotati, con disturbi dello spettro autistico o con altre disabilita'".
L'intervento per i bambini con disturbi dello spettro autistico, conclude Cinque, "deve essere necessariamente multidisciplinare, cioe' unire il modello medico con il modello educativo, in modo che possa essere vera l'affermazione del fisico e filosofo austriaco Heinz von Foerster: 'Agisci in modo da aumentare le possibilita' di scelta'".
(Wel/ Dire)