Tema al centro del congresso nazionale il 22 settembre a Verona
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 12 set. - "Oggi le diagnosi nei disturbi del linguaggio e dell'area psicomotoria sono fatte soprattutto in maniera testistica. I bambini che arrivano nelle strutture sono testati 'a tappeto' a livello cognitivo, prassico, motorio e linguistico. C'e' pero' un altro modo di fare diagnosi e questo e' l'obiettivo del nostro Istituto: incontrare 'l'altro' per cercare di comprendere l'origine dei suoi sintomi, la sua area di sofferenza che poi si puo' manifestare, ad esempio, a livello motorio e del linguaggio". Cosi' Marina Steffenoni, psicologa psicoterapeuta e presidente dell'Istituto Chassagny di Milano, introduce alla Dire il tema che animera' il prossimo congresso nazionale 'Dal sintomo all'incontro terapeutico: il cammino dalla diagnosi alla presa in carico in un'ottica relazionale', in programma il 22 settembre a Verona.
La giornata si svolgera' nell'Aula c/o Oratorio S. Eufemia in Via Emilei 32 dalle 9 alle 18.
"Le diagnosi comprendono sicuramente anche una parte testale- ammette la presidente- ma alla base devono indicare innanzitutto la possibilita' di entrare nell'area e nel territorio dell'altro, per andare a conoscerne le difficolta'. Quando chiediamo alle famiglie 'Cosa pensate del vostro bambino?', loro sanno spiegarci qual e' l'area difficile- ricorda Steffenoni- e quando chiediamo al bambino di parlarci un po' di se', il piccolo riesce, con un disegno o facendo parlare i burattini, a spiegarci ad esempio le sue fatiche, le sue difficolta'". Se un individuo arriva da noi "bisogna incontrarlo- ripete la psicologa- perche' dall'incontro nasce una storia, e il solo fatto di raccontarla cura l'individuo. Gli analisti dicono che quando un bambino riesce a parlare delle sue emozioni, la sofferenza che ha dentro non e' piu' dentro, ma e' fuori e puo' essere condivisa Spessissimo questi bambini vengono da noi perche' le loro emozioni non hanno avuto un'area di ascolto. Pensiamo all'aumento esponenziale dei disturbi specifici di apprendimento (Dsa)- afferma la presidente- c'e' la corrente che pone l'attenzione sul livello cognitivo e la corrente, forse poco condivisa, che punta invece il focus su un'altra tesi: il bambino non e' arrivato a concludere la sua strada di separazione/individuazione e il sintomo, che spesso ne risulta, e' quello di una difficolta' nella lettura e nella scrittura, ovvero nell'acquisizione di una regola fuori di se'".
Nell'Istituto Chassigny il momento della diagnosi si articola in vari incontri: "Il primo passo e' vedere i genitori, o genitori e bambini insieme a discrezione di come si lavora meglio. Non si tratta di un'anamnesi- precisa la presidente- vogliamo sempre partire dal bambino visto dai genitori. È un incontro conoscitivo per capire cosa li preoccupa e per dare alla mamma e al papa' una competenza: 'Voi conoscete molto bene vostro figlio, cosa vi preoccupa e che pensieri fate su di lui? C'e' qualcosa che, invece, vi piace del vostro bambino?'. Arrivera' non solo il bambino problematico ma anche il bambino ' positivo'. I genitori giungono frequentemente da noi con un senso di fallimento, con l'idea di non essere adeguati- racconta Steffenoni- quindi e' importante parlare delle cose positive del loro bambino. Non devono uscire dal colloquio con l'idea che hanno un figlio rotto, ma con l'idea che c'e' qualcosa che non va e anche qualcuno che li aiutera' a superarla. Successivamente incontriamo il bambino e, se non lo sa, gli spieghiamo perche' e' li'. La prima seduta e' di osservazione. Si prepara un materiale trasformabile, dov'e' possibile parliamo e giochiamo per poi provare a raccontare una storia e, se questo non e' possibile, allora giochiamo nel silenzio. Questo e' il momento dello stazionamento- sottolinea la terapeuta- l'adulto sta dove il bambino lo vuole mettere. Non c'e' una regola, ci muoviamo nella direzione del bambino per arrivare al momento della conciliazione, quando il bambino e' pronto per entrare nel linguaggio sociale. Li' ,a questo punto, tutte le capacita' professionali specifiche verranno messe in opera".
Oggi le principali problematiche dei minori che si rivolgono ai centri afferiscono ai disturbi di comportamento, ai disturbi del linguaggio e ai Dsa: "In una classe di 22 bambini, almeno 4-5 sono segnalati per Dsa", ammette la psicoanalista.
Come appaiono i genitori? "Purtroppo i nuovi genitori sono poco capaci di creare frustrazioni. Il famoso 'no' e' detto veramente poco. Questi bambini vivono in un mondo sempre piu' onnipotente, dove tutto e' possibile e, spesso, parlano come vogliono perche' tanto sono compresi. I disturbi in grande aumento sono anche quelli del comportamento, ormai l'Adhd (Sindrome da deficit di attenzione e iperattivita') e' diventata la malattia del secolo, invece riguarda quasi tutti bambini non contenuti- conclude Steffenoni-un problema che nasce dai primi mesi di vita".
Al convegno interverranno molti esperti del settore, tra cui Federico Bianchi Di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO); Federica Clapis, psicomotricista dell'Istituto Chassigny di Milano; Donatella Mazzoldi, logopedista presso il Servizio Sanitario nazionale e socia dell'Istituto Chassagny; e Manuela Guerrini, logopedista presso il servizio di Unita' operativa di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'Adolescenza e socia dell'Istituto Chassagny. Per tutte le informazioni su come partecipare al congresso nazionale, scrivere a marina.steffenoni@gmail.com e lauracapone1@gmail.com.
(Wel/ Dire)