"Non funziona, frammenta i percorsi di cura e affatica le famiglie"
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 24 ott. - "Non sono sufficienti le risposte dei servizi ai bisogni di un Paese che investe moltissimo sulla salute fisica dei bambini, ma poco su quella mentale. Lo abbiamo segnalato al tavolo di lavoro al ministero della Salute e ci siamo attivati in molte Ragioni. Una delle emergenze che abbiamo segnalato riguarda la riorganizzazione dei servizi di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (Npia) in Veneto". È l'allarme lanciato da Antonella Costantino, presidente della Societa' Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (Sinpia), in occasione del 28° Congresso nazionale a Napoli.
"Il Veneto ha attivato una ristrutturazione del sistema sanitario nella quale sono state accorpate le vecchie Unita' sanitarie locali in un numero minore. Nelle linee guida per i nuovi piani organizzativi aziendali- spiega Costantino- tutte le unita operative di neuropsichiatria infantile sono state derubricate a unita' semplici di un'unita' complessa chiamata 'Infanzia, adolescenza e famiglia', che e' diventata un grande calderone. Non e' un dipartimento, ma una struttura organizzativa piu' piccola, inserita nel distretto, nella quale c'e' dentro anche la Neuropsichiatria infantile. In sostanza- sottolinea l'esperta- ci sono unita' operative per l'eta' evolutiva con gli stessi compiti e lo stesso personale dell'unita' di neuropsichiatria infantile, ma senza avere i medici. Questo creera' una confusione enorme per l'utenza- sottolinea la presidente della Sinpia- perche' se una famiglia ha un bambino con disturbi del linguaggio, dove dovra' andare? Alle unita' per l'eta' evolutiva o a quella di neuropsichiatria infantile, entrambe nello stesso luogo? Stiamo andando verso una frammentazione dei servizi che non consente piu' un coordinamento di area vasta- denuncia la presidente- e la conseguente possibilita' di garantire attivita' territoriali radicate nei distretti e contemporaneamente dei secondi livelli aziendali su delle aree specifiche, per le quali e' utile che ci siano competenze specialistiche. Penso all'autismo, ai disturbi dell'apprendimento, alle paralisi cerebrali infantili e alla psichiatria dell'adolescenza. Non possiamo immaginare, avendo poco personale, che tutti sappiano fare tutto molto bene".
Il ministero della Salute potra' "intervenire solo se la riforma in Veneto andra' ad impattare sull'applicazione dei Livelli essenziali di assistenza, perche' l'organizzazione dei servizi e' di competenza regionale. Stiamo cercando di approfondire quest'aspetto e ci stiamo muovendo su entrambi i livelli. Le evidenze dimostrano che funzionano di piu' i servizi multiprofessionali integrati- conclude Costantino- non ha senso lanciarsi su modelli che non funzionano, che frammentano i percorsi di cura e affaticano le famiglie".
(Wel/ Dire)