(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 24 ott. - "L'uso comune e spesso generalizzato del termine trauma, anche fra gli esperti di salute mentale, rischia oggi di dissolverne la reale essenza e di cristallizzarne il significato sia in ambito teorico che clinico, dunque di fuorviare il modo attraverso cui osservare un soggetto traumatizzato". Emanuele Trapolino, direttore della U.O.S. di neurologia neonatale e DH dell'Ospedale Giovanni Di Cristina (Arnas) di Palermo, non ci sta e il 28 ottobre, al convegno 'Narrazione, trauma e salute: dall'individuo alla societa', raccontera' cosa la parola 'trauma' possa significare nelle prime epoche di vita. L'evento si svolgera' a Roma nella Sala Congressi via Rieti dalle 8.30 alle 19.
"Le differenti modalita' d'interazione fra il genitore ed il suo bambino neonato innescano in quest'ultimo reazioni affettive primarie o vitali, le quali sono indissolubilmente legate alle esperienze sensoriali che le accompagnano e determinano. In tal modo- continua Trapolino- l'esposizione permanente a tali reazioni qualifica agli occhi del bambino l'ambiente relazionale in cui e' immerso poiche' ne condiziona la decodifica e la comprensione secondo modalita' fisiologiche o distorte. Le interazioni precoci si incarnano in gesti affettivamente connotati, che si riverberano nell'unita' psiche-soma del neonato, predisponendolo alle aperture o alle chiusure relazionali in funzione delle quote sensoriali di cui sono intrisi. Quando visito un bambino piccolo- aggiunge il medico- e lo tengo fra le mani, la qualita' del mio tocco creera' in lui i presupposti perche' egli possa riconoscere l'Altro-da-se' che io rappresento, cosi' diverso dal nucleo madre-se' che usualmente lo accoglie. Sara' capace il mio gesto di veicolare un a forma vitale che dia un senso alla sua esperienza?".
Emanuele Trapolino pensa al bambino quando deve trovare "il modo e il verso di difendersi. Come si difende un bambino piccolo?", chiede il medico. "Le relazioni primarie francamente distorte, come anche le involontarie incompetenze emotive dei genitori, e le conseguenti difese che il neonato innesca per proteggersi e sopravvivere- afferma il neuropsichiatra infantile- rischiano di configurare un progressivo disadattamento che incide sulla struttura dell'intersoggettivita'. Penso al bambino abbandonato, esposto, trascurato. Ecco la dimensione traumatica nel neonato, nella quale egli non e' piu' in grado di accedere a quello spazio transazionale in cui il bambino incontra il fanciullo. Tuttavia la vulnerabilita' che lo contraddistingue, e lo espone al rischio della frantumazione del suo se', lo spinge anche a difendere quella sorta di scintilla vitale che ha dentro e che lo fa essere vivo da una parte e reale dall'altra. Ed e' in questa innata spinta ad esistere che il bambino 'esposto' puo' ripartire e ritrovare un organizza tore interno alias creatore, in grado di stimolare il suo divenire a discapito di tutto. Il bambino della sofferenza dunque, che e' anche il bambino 'divino', che in virtu' dei suoi poteri sovrannaturali, alla fine trionfera'".
Di casi concreti ce ne sono tanti: "La rinascita di un prematuro che riesce a vivere- spiega il neuropsichiatra infantile di Palermo- la sopravvivenza di un bambino piccolo trascurato che trova il modo di avere fiducia in noi adulti.
Trascurato in quanto non compreso, poiche' la sintonizzazione non e' avvenuta e l'incomprensione affettiva materna ha creato un disagio permanente della relazione, sovvertendo tutti i modelli di attaccamento. Tale situazione cronicizza una realta' traumatica- fa sapere Trapolino- su cui poi l'evento traumatico contingente, amplificato dalla distorsione emotiva, determinera' non solo la riattivazione del trauma primario (la reificazione di cio' che e' accaduto), ma anche una distorsione attuale che potrebbe obbligarlo ad impiegare dinamiche di dissociazione (il meccanismo di difesa che adopera per difendersi) in un modo talmente rigido- conclude- da escluderlo dal mondo".
Il convegno e' gratuito e saranno rilasciati gli attestati di partecipazione, ma i posti sono limitati. Per informazioni e prenotazione, scrivere a convegno28ottobre@ortofonologia.it.
Qui e' possibile vedere tutto il programma.
(Wel/ Dire)