Beebe (psichiatra): Non e' teoria astratta, ma strumento per conoscere come funziona il se'
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 17 ott. - 'Nel 1921 Freud guardo' il libro di Jung sulla tipologia psicologica giudicandolo superficiale e distante dalla psicologia del profondo o dell'individuazione (come fu definita nel sottotitolo del libro in versione inglese del 1923). Purtroppo, la maggior parte degli analisti junghiani continua ad adottare il punto di vista di Freud, nonostante le tipologie psicologiche siano essenziali alla psicologia dell'individuazione'. È deciso nella sua critica John Beebe, psichiatra e analista junghiano di San Francisco, aprendo la Lectio magistralis sul tema 'Energie e dinamiche di personalita' nella tipologia psicologica', promossa a Roma dall'Associazione per la Ricerca in Psicologia Analitica (Arpa), l'Istituto di Ortofonologia (IdO), il Centro italiano di psicologia analitica (Cipa) e l'associazione culturale Metis di Verona.
La teoria junghiana sulla tipologia psicologica 'mi ha aiutato a comprendere le dinamiche di attrazione e respingimento tra le persone, a capire perche' alcuni legami funzionano oppure no. Non e' una teoria astratta ed estrosa- conferma Beebe- e' uno strumento per conoscere come funziona il nostro se' che ci mette nelle condizioni di vivere e di crescere. È importante per gli analisti che lavorano con la storia del paziente anche se e' un bambino, perche' le radici del problema della tipologia si trovano nell'infanzia- sottolinea lo studioso- in quell'intreccio che puo' funzionare o meno tra la madre e il figlio e il padre e il figlio'.
Il fondatore del 'San Francisco Jung Institute Library Journal' chiarisce: 'È un errore pensare che la tipologia rinchiuda le persone in categorie. Al contrario e' una guida per l'analista, lo aiuta a capire e ad organizzare tutto il materiale empirico che emerge nella terapia attraverso quelle forme di consapevolezza che appaiono nei sogni, nelle fantasie e nei comportamenti complessuali. Spesso le figure che emergono nei sogni rappresentano proprio le forme della tipologia'.
In una conferenza del 1976 'venne utilizzato un palloncino (quale immagine del se') per spiegare le tipologie psicologiche. Il palloncino era diviso in quattro aree colorate che rappresentavano le quattro funzioni: il giallo indicava l'intuizione, il verde la sensazione, il blu il pensiero e il rosso la funzione del sentimento. Le funzioni ci permettono di avere un se' cosciente, possono essere introverse ed estroverse, e nella loro esistenza sono aiutate dagli archetipi. Io avevo gia' fatto il test standardizzato di Myers per conoscere la mia funzione principale nel 1968- fa sapere lo psicoanalista- ho un'intuizione estroversa con un pensiero introverso. Jung era caratterizzato da un'intuizione introversa che gli ha dato la possibilita' di stringere un contatto forte con la sua funzione interiore. Nel Libro Rosso ci racconta il suo percorso personale- continua l'esperto- un viaggio interiore durante il quale l'analista svizzero ha incontrato tanti personaggi con cui ha saputo costruire un rapporto dialogico (come Salome' e il profeta Elia)'. Beebe ha approfondito la questione della tipologia per 50 anni e a Roma ha deciso di illustrarla da un'angolazione diversa: attraverso il cinema.
'FACE TO FACE' E L'ANALFABETISMO PSICOLOGICO - Nell'introduzione della sceneggiatura di 'Face To Face' di Ingmar Bergman c'e' una lettera indirizzata a tutti gli attori: 'Il regista ha aggiunto una cosa non insolita alla nostra professione- prosegue Beebe- ha spiegato che il personaggio centrale del film era una brava psichiatra, preparata, ma psicologicamente analfabeta'. Jung ha lasciato 'gli strumenti per diventare psicologicamente colti- ricorda l'analista- e per conoscere il modo in cui la psiche si organizza in maniera regolare e ripetitiva, con diversi stili di consapevolezza e coscienza che vivono e convivono in rapporto tra loro. Dopo aver visto il film, decisi che avrei imparato a riconoscere queste forme di coscienza nei momenti in cui sarebbero emerse nel mio paziente. Come uno studente di musica studia il solfeggio per imparare a riconoscere la differenza tra le varie tonalita' della musica occidentale, cosi' noi psicoanalisti avremmo dovuto studiare la tipologia psicologica per aiutare meglio i nostri pazienti'.
'WHAT MAISIE KNEW' E LA COINCIDENZA OPPOSITIVA - Il film che apre la giornata romana e' 'What Maisie Knew', girato nel 2012 e diretto da Scott McGehee e David Siegel. Il lungometraggio riprende la novella di Henry James e racconta la storia di una bambina di sette anni con una mamma rockstar e un papa' mercante d'arte. 'In 'What Maisie Knew' Henry James voleva trattare la questione dell'egocentrismo, tema che la bambina conosceva gia' all'eta' di 11 anni. Sembra che Masie- sottolinea Beebe- abbia un se' che capisca e che sappia anche il tipo di genitore che le occorra. Il vero dilemma della questione della tipologia- precisa- e' che ogni persona non ha bisogno di avere intorno a se' soggetti simili, ha bisogno di persone che l'aiutino ad affrontare i problemi della vita che da sola non e' in grado di affrontare. La tipologia di personalita' della mamma rockstar e' quella della 'sensazione introversa', convinta che il sapere astratto possa bastare; quella di Masie e' piu' pragmatica, la sua funzione dominante e' l'intuizione estroversa. La bambina sa quello che le serve, ma se il suo se' continuera' a restare insoddisfatto rischiera' di crollare. La speranza risiede nel nuovo marito della madre, un barista contento di guadagnare poco. Inizialmente appare una figura paterna improbabile e invece il loro incontro sara' significativo: lui ha la sensazione estroversa inferiore, una funzione creativa che dara' calore e concretezza alle intuizioni della piccola. Ecco la coincidenza oppositiva- dimostra il professore americano- Masie rifiuta la madre introversa e sceglie il marito della madre estroverso di sensazione. Si incontrano sul piano dell'estroversione. In questo modo la questione della tipologia ci aiuta a capire il senso delle dinamiche fra i soggetti interni. Utilizzandola potremo comprendere meglio come queste personalita' parziali si attraggano e respingano, come si creino i loro legami o il perche' non si creino'.
LUCI DELLA CITTA' E L'INTUIZIONE INTROVERSA - 'La funzione dell'intuizione introversa si comprende molto bene nei film muti, molto utili con un pubblico americano decisamente estroverso', commenta Beebe. 'In Luci della citta' Charlie Chaplin descrive il funzionamento di una dimensione irrazionale della coscienza che e' la sua intuizione introversa, incarnata nella figura di un povero vagabondo caratterizzato dalla capacita' di immaginare, vedere, predire e profetizzare qualcosa che sta accadendo. Nel periodo degli anni '20 la funzione piu' diffusa sul piano collettivo era la sensazione estroversa- sottolinea l'esperto- mentre l'intuizione introversa caratterizzava piuttosto la funzione inferiore a livello culturale. Chaplin, nel suo film, mette in risalto piuttosto le qualita' che questa funzione non ha: la sensazione estroversa e il sentimento estroverso'.
In genere la personalita' con intuizione introversa e' 'vittima di bullismo, attira piu' proiezioni di qualsiasi altro tipo. Vede prima di tutto le forme archetipiche, ma non ha il giusto rapporto con alcune forme della realta' quali il potere. È sempre l'ultima a vedere la realta' concreta'.
L'intuizione introversa 'agisce nella coscienza. Jung nella sua teoria dell'individuazione affermo' che la coscienza e' l'organismo in via di auto-organizzazione. Non dovremmo quindi sorprenderci del fatto che la coscienza emerga dalla psiche. Se una persona cura sistematicamente la psiche, la sua coscienza emergera'. Questo non vuol dire rendere cio' che e' inconscio conscio- chiarisce- ma creare le condizioni affinche' la psiche possa organizzarsi. La tradizione buddista era molto importante per Jung (Buddismo Zen), la psicologia del buddismo e' la psicologia della coscienza come realta' emergente. Dopo la sua illuminazione- racconta Beebe- il Budda predicava affinche' altre persone potessero imparare quello che lui aveva raggiunto tramite l'illuminazione e, quando le persone gli chiesero cosa avesse raggiunto, lui mostro' un fiore. Negli anni 30, periodo in cui Jung elaborava la teoria dell'individuazione come spostamento dall'Io al Se', qualcuno gli chiese se la coscienza fosse di aiuto in questo processo di individuazione. L'analista svizzero rispose che la coscienza e' l'individuazione di un individuo. Se un seme e' destinato a produrre un determinato fiore, quando fiorira' realizzera' il suo determinato processo di individuazione. La coscienza- rimarca lo studioso- e' il fiore di un essere umano e le otto funzioni con gli atteggiamenti sono i suoi petali'.
DINAMICA INTROVERSO-ESTROVERSO - 'Il dibattito dentro-fuori e' una dinamica fondamentale. Lo slancio estroverso tende al collegamento con l'oggetto e predilige la forma dell'esperienza condivisa con gli altri. Per chi ha invece un atteggiamento introverso, l'esperienza e' una questione interiore e privata- chiarisce Beebe- pertanto non predilige la condivisione.
L'introverso cerca sempre il collegamento con l'immagine archetipica che corrisponde a quell'esperienza'.
Passando al sentimento introverso, chi ha questa funzione dominante 'rimane attaccato alla psiche infantile, alle cose del passato e la sua funzione ci aiutera' a capire gli attaccamenti degli altri meglio di qualsiasi altra tipologia. Freud utilizza la sua funzione di sentimento introverso- ricorda Beebe- per comprendere le paure e i desideri in modo razionale'. Un esempio di 'sentimento introverso e' incarnato nell'immagine dell'immaturita' che emerge in 'The Strong Man' di Frank Capra con Harry Langdon'.
NELLE RELAZIONI SENTIMENTALI UN INTROVERSO TENDE A SPOSARE UN ESTROVERSO - 'Il vagabondo di Chaplin ha un'intuizione introversa e incontra una ragazza, una realta' archetipica, che dovra' trovare la sensazione estroversa necessaria per potersi unire all'oggetto'. Sempre sull'introversione, Beebe cita un noto lungometraggio: The Freshman con un Harold Lloyd nei panni di uno studente pronto per il College e 'dominato dal 'pensiero introverso'. Il suo compito sara' 'definire fino a conoscere', e alla fine lo studente incontrera' una donna a lui complementare la cui funzione dominante e' la sensazione estroversa'. Infine, sulla sensazione introversa c'e' 'Haunted House' di Buster Keaton. Qui il protagonista 'vede problemi ovunque ma nel silenzio cerca la soluzione. Incontrera' una figura femminile che incarna la funzione a lui inversa di intuizione estroversa e che la portera' ad invadere il suo spazio'.
HITCHCOCK E L'OMBRA - 'Quando si incontra la propria funzione inferiore allora si incontra la propria ombra. Si attraversa l'ombra per arrivare all'anima e quando si arriva all'anima si puo' vedere l'ombra per quella che e''. Beebe chiude la sua lezione sull'ombra e, cinematograficamente, cita Alfred Hitchcock: 'È il piu' grande regista di sensazioni introverse- ammette l'analista junghiano- e' come se avesse scritto un libro sull'ombra'. Lo testimoniano i suoi film Strangers on a Train, Vertigo, Intrigo Internazionale e Marnie. In quest'ultimo film fa interpretare alla sua attrice 'la parte di una donna di sensazione estroversa con una personalita' oppositiva che ha 4 facce: aggressiva, evitante, seduttiva e paranoica. Tutto serve a tenere lontano l'altro, e' una difesa del se''. Beebe conclude: 'L'ombra la incontriamo spesso, tutte le volte che vediamo una persona che non ci piace e proiettiamo in lei la nostra zona d'ombra. I nostri sogni sono pieni della proiezione dell'ombra'.
(Wel/ Dire)