(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 17 ott. - Fino a 18 mesi di attesa per una diagnosi. E' quanto accade nel Lazio a un bambino affetto da dislessia, disgrafia, disortografia o discalculia (i cosiddetti "disturbi specifici dell'apprendimento") che si rivolga a una struttura pubblica per ottenere il supporto che gli spetta. A documentarlo e' una video inchiesta realizzata dal giornalista Luca Bertazzoni per l'Ordine degli Psicologi del Lazio (OpL) in occasione della Giornata Nazionale della Psicologia che diffusa Integralmente lo scorso 10 ottobre sul
sito dell'Ordine. A sette anni dall'approvazione della legge n.170, che raccomandava alle regioni di garantire una "diagnosi precoce" dei Dsa allo scopo di offrire ai bambini "il diritto all'istruzione" ed "eguali opportunita' di sviluppo delle capacita' in ambito sociale e professionale", il servizio dimostra come tali disposizioni siano del tutto inapplicate. Tra inefficienze delle strutture sanitarie, inerzia della politica e disagio delle famiglie, a pagare il prezzo piu' alto sono i bambini. "Il Lazio e' rimasta una delle due Regioni a non avere recepito la legge 170/2010, come previsto dalla stessa legge e dall'Accordo Stato-Regioni del 25/07/2012- dichiara Nicola Piccinini, presidente OpL- Chiediamo all'amministrazione di rimediare il prima possibile a questa gravissima mancanza. Se nessuno e' in grado di garantire la presa in carico di questi bambini, il loro disturbo puo' diventare ancora piu' severo, pregiudicandone seriamente la salute psicologica e l'inserimento sociale". Cosi' in un comunicato dell'Ordine degli Psicologi del Lazio.
(Wel/ Dire)